Sono trascorsi trent’anni da quando si è progettato il TAV

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Tutta l’Italia ha atteso la costruzione di quest’opera in una sorta di apnea che l’ha costretta all’immobilismo e all’isolamento. Gli italiani si sono fatti scivolare addosso Tangentopoli, le stragi di Mafia, i governi Prodi, quelli di Berlusconi, l’entrata nell’Euro e tante altre sciocchezze perché attendevano di crescere e svilupparsi con il TAV. Questo vogliono far credere commentatori, osservatori e media in genere (tranne alcune pochissime eccezioni).

Il Movimento 5 Stelle è sempre stato contrario e lo rimane. Salvini, Berlusconi, Zingaretti in perfetto sincrono hanno tirato un sospiro di sollievo all’annuncio di ieri del Presidente Conte ma, per me, ancora non è finita. Ci sono delle ragioni oggettive per le quali quest’opera non si deve fare. Le hanno snocciolate fior di scienziati, economisti, ambientalisti. Non abbiamo altra scelta, c’è solo un percorso ancora da intraprendere che è quello parlamentare. È poco? Non abbastanza? Non si può? No, si deve e si dovrà prendere atto del risultato.

Non sarà facile accettare la probabile nuova approvazione del TAV così come non è stato facile constatare altre condizioni che non ci sono state favorevoli per altre situazioni. Abbiamo perso alcune battaglie ma ne abbiamo vinte altre. Malgrado tutto e tutti le abbiamo vinte.

E non è affatto trascurabile l’essere diventati “rompicoglioni” per chi voleva usare e pagare il politico per i suoi sporchi affari. Non è trascurabile e non è assolutamente scontato nel panorama politico italiano.

Durante la seduta del CIPE di questa mattina il ministro Toninelli ha sbloccato diverse opere e implementato gli accordi con Anas ed RFI per altre opere stradali e ferroviarie. Sto parlando di circa 15 miliardi per ferrovie e più di 12 per le strade. Oltre il 50% di queste risorse è destinato al sud. Soprattutto, c’è da evidenziare, che queste sono opere utili ai cittadini italiani e non alla Francia come è il TAV. Per questo ringrazio Danilo Toninelli che non si risparmia in impegno e dedizione. Nel frattempo, in una splendida regione del sud, abbiamo chi si restituisce i vitalizi.

Noi non intendiamo togliere dall’angolo gli altri partiti che non vogliono tagliare il numero dei parlamentari. Non intendiamo riempire l’Italia di inceneritori né farla tornare indietro di cinquant’anni.

Restiamo uniti, noi possiamo procedere a testa alta. C’è chi dirà sì per sostenere i francesi e c’è chi, invece, vorrebbe migliorare con quei soldi il benessere degli italiani.