Non c’è spazio per i sovranisti nel perimetro europeo di Draghi

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“Sostenere questo governo – ha precisato Mario Draghi – significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’Euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione europea sempre più integrata (la ever closer Union dei trattati di Roma) che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i paesi nei periodi di recessione” e ha aggiunto che “fuori dall’Europa c’è meno Italia” e che “non c’è sovranità nella solitudine”.

Nel perimetro europeo di Mario Draghi non c’è dunque posto per i sovranisti con buona pace per Matteo Salvini che, alla vigilia del dibattito sulla fiducia, aveva rispolverato le pulsioni anti-euro della Lega (“solo la morte è irreversibile”) ma anche per il neo-gollismo di Giorgia Meloni che ha più volte ribadito la scelta confederale di Fratelli d’Italia.

Avendo deciso di non nominare un ministro degli affari europei, Mario Draghi dovrà ora chiarire ulteriormente il suo perimetro europeo scegliendo un sottosegretario agli affari europei che risponda direttamente a Palazzo Chigi e non alla Farnesina, con una forte competenza europea, un curriculum fondato su una lunga frequentazione delle istituzioni europee, una provata convinzione europeista e una stretta collaborazione con Daniele Franco per il coordinamento delle attività legate al Next Generation EU.
Maggiore integrazione europea

Oltre ad essere il responsabile del Comitato Interministeriale per gli affari europei, chi sarà scelto da Mario Draghi sarà il naturale rappresentante del governo italiano nella Conferenza sul futuro dell’Europa che, con un anno di ritardo, dovrebbe partire il prossimo 9 maggio e concludersi nella primavera del 2023 rafforzando l’obiettivo di una “unione sempre più integrata” e cioè dei suoi elementi federali (maggiori competenze, capacità fiscale autonoma dai bilanci nazionali, eliminazione del voto all’unanimità, rafforzamento della cittadinanza europea e politica di accoglienza dei richiedenti asilo, stato di diritto).

Vedremo fino a che punto la Lega ma anche una parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle accetteranno di essere rinchiusi nel perimetro europeo di Mario Draghi tenendo conto dei legami europei di Salvini in Europa ma anche delle pulsioni euroscettiche di una parte dei deputati europei penta stellati a Strasburgo.

La coesione italiana in Europa è essenziale perché la strada per un’unione più integrata diventerà presto più impervia quando fra due anni si dovrà riaprire la discussione sul Patto di Stabilità e si porrà la questione della perennizzazione del debito pubblico europeo con la trasformazione delle risorse attribuite al Next Generation EU in veri e propri Eurobond europei.

In questa prospettiva l’interesse italiano coinciderà con l’interesse europeo e, come ha affermato Mario Draghi, l’unità non sarà un’opzione ma un dovere                                                                                       .Pier Virgilio Dastoli