STAMPA INTERNAZIONALE E MERCATI SODDISFATTI DELLA FINE DEL GOVERNO GIALLO-VERDE

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Preoccupazione. Ma anche soddisfazione. Sono queste le reazioni che si leggono sui principali quotidiani finanziari internazionali, a commento dell’apertura formale della crisi di Governo, dopo che il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha rassegnato le dimissioni ieri sera. John Authers, su Bloomberg, scrive che gli investitori in BTP italiani hanno semplicemente scosso le spalle alla crisi italiana, ricordando come i rendimenti sul titolo decennale siano scesi ai minimi dal 2016, subito dopo che Conte ha lasciato intendere che l’esperienza del governo gialloverde era terminata ma, che al contempo, lasciava intendere ad una possibile alternativa di governo, evitando il passaggio delle elezioni. Sempre Bloomberg commenta positivamente la fine del Governo Lega – Cinque Stelle, in un articolo a firma Colten, Totaro e Albanese. “””Alla fine – chiosano i tre giornalisti – il presidente Conte ne ha avuto abbastanza di Matteo Salvini“””.

Dalla parte dell’ex premier Conte anche il Financial Times, che nell’articolo di apertura del quotidiano di oggi scrive che “Conte accusa Salvini per la crisi italiana e si dimette come primo ministro”, scrivendo, al contempo, della “corsa per sistemare l’economia in difficoltà” e parlando apertamente della “minaccia di nuove elezioni”. Proprio il rischio di elezioni anticipate fa capolino nella stampa estera, visto come lo scenario peggiore tra quelli che si possono delineare. Anche il britannico Guardian riporta delle accuse fatte all’opportunista Salvini, allineandosi all’analisi degli altri esperti internazionali, che vedono nella crisi di ieri un tentativo andato male per il leader leghista per accrescere il suo potere in Parlamento.

In mezzo a questa crisi aperta al buio traspare nelle cancellerie europee il convincimento che solo il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi possa rappresentare una garanzia politica nel contesto internazionale. Forte della sua leadership e dal suo prestigio, oltre che degli ottimi rapporti con i leader del Partito Popolare Europeo a Bruxelles, può essere la figura attorno alla quale costruire una soluzione moderata, europeista e liberale.

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