STANNO MEGLIO CON IL BAVAGLIO. LA STRANA COPPIA SANTELLI & SPIRLì

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“E che volete che sia”, disse il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli – durante la trasmissione “Un giorno da pecora” su RaiRadio1 – interrogata sull’incontinenza verbale del suo “vice”. Il folcloristico Nino Spirlì va in scena con l’ennesimo show imbarazzante (per la Calabria e i calabresi, ma a quanto pare non per la presidente Santelli) soddisfacendo l’incontinente urgenza di condividere con la platea il fatto che userà le parole “negro e frocio finché campa”. Con la naturale strafottenza di chi pensa di poter dire quello che vuole nel nome di una presunta (solo da lui) superiorità intellettuale, offende e mortifica prima di tutto la dignità di ‘persone’ in carne ed ossa, non semplicemente “categorie lobbistiche” da ridimensionare. Ma certo, “e che volete che sia”, disse la presidente ballerina che come primo atto da governatrice della Calabria ci ha lasciato una memorabile tarantella di gruppo. Cara presidente quel Nino che per lei “è un vecchio amico”, per la Calabria – grazie a Lei che lo hai nominato – è il vice presidente della Regione: qualora non se ne fosse accorta, non è al dodicesimo piano della Cittadella per premiare il suo spirito d’artista, ma ha un ruolo istituzionale che implica decoro e dignità nel rispetto di tutti i calabresi – negri e froci compresi – che lui rappresenta ogni volta che apre bocca. Qualora non ne se fosse accorta, cara presidente, sono finiti i tempi in cui Nino cucinava per lei a Roma, dopo le sedute in Parlamento. Il signor (sic) Spirlì da vice presidente della Giunta e assessore alla Cultura il linguaggio d’odio – che usa con grande maestria – dovrebbe adoperarsi per cancellarlo, invece che promuoverlo con grande abilità continuando ad alimentare violenze e discriminazioni. Non va bene rispondere “è fatto così”, non è un bambino che occupa i pomeriggi a fare marachelle. Se è fatto così, è fatto male. E va sostituito

Bianca Laura Granato