Statistiche sull’epidemia

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Con statistiche e percentuali c’è sempre il rischio di fare confusione ed interpretare male i numeri. In questi giorni siamo bombardati di dati, e ogni giorno veniamo informati sulla variazione rispetto al giorno precedente, capiamo quale sia il trend e ci rendiamo conto di quale sia la situazione.
Purtroppo non è proprio così, e bisogna fare molta attenzione. In un telegiornale regionale mi è capitato addirittura di sentir dire che il numero dei multati in un giorno durante i controlli era molto maggiore del rilevamento precedente, salvo scoprire, all’edizione successiva del notiziario, che i dati di sabato e domenica venivano sommati, e quindi, dopo aver diviso per due, mi sono accorto che i multati a questo punto erano molti di meno della media, e non molti di più.
Visto poi che tanti decessi sono dovuti a morti avvenute in case di riposo, forse sarebbe interessante distinguere i dati, mettendo in due statistiche diverse i dati delle case di riposo e gli altri.
Anche la percentuale dei positivi rispetto al numero dei tamponi non è sempre un dato utile: se ieri la percentuale dei positivi era il 10% e oggi 20%, non è detto che la situazione stia peggiorando, perché può darsi che oggi siano stati effettuati pochissimi tamponi, magari solo nei casi più critici. È un po’ come se un giorno io riuscissi a risparmiare il 10% dei soldi guadagnati, e il giorno dopo ben il 20% del guadagno di quel giorno: sembra una situazione migliore, ma se il primo giorno ho guadagnato 1000 euro e nel secondo 100, si capisce che ho risparmiato molto meno.
Ho scoperto che i risultati delle analisi, quindi il numero dei positivi, viene comunicato con qualche giorno di ritardo, quindi oggi potrei avere i risultati di una regione di sette giorni fa e di un’altra regione di tre giorni fa, e fare il paragone non corrisponde sempre alla situazione reale.
La cosa migliore a questo punto sembra essere sommare i dati di più giorni consecutivi, e paragonarli con un periodo di uguale durata precedente. Così forse la mia statistica potrebbe essere più corretta.
Comunque, ancora peggio va se paragoniamo i dati della nostra Nazione con quelli degli altri Stati: è notizia di questi giorni che in Inghilterra migliaia di morti avvenute nelle case di riposo non erano state censite come morti da coronavirus. D’altra parte, anche le morti degli astronauti dell’Apollo 1 nel 1967 sono state attribuite ad arresto cardiaco dovuto alle concentrazioni di monossido di carbonio, quando invece Grissom, White e Chaffee sono periti per l’incendio e addirittura la loro tuta si è fusa con il resto dell’abitacolo, e quindi anche quest’altra statistica è inattendibile.
Sono argomenti tristi, quelli toccati oggi, ma mi sembrava interessante parlare di statistiche in questi giorni, nei quali tutti abbiamo a cuore la situazione del nostro Paese. Tra l’altro, c’è anche il paradosso di Simpson, che conferma che anche quando tutti i dati e le percentuali vanno in un senso, potrebbe darsi che in realtà la situazione sia contraria a tutte le logiche. Quindi… attenzione!

Giorgio Dendi