Statua di Montanelli a Milano, chiesta rimozione

0
69

La richiesta de “I Sentinelli di Milano”, l’organizzazione antifascista che si batte per i diritti, è di cambiare l’intitolazione dei giardini dedicati a Indro Montanelli e rimuovere la statua del giornalista. Sulla scia dell’abbattimento a Bristol della statua dedicata al mercante di schiavi Edward Colston, la motivazione recita “Fino alla fine dei suoi giorni Montanelli – Soldato in Etiopia, negli anni Trenta – ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale”. Alla richiesta, indirizzata al sindaco Giuseppe Sala e al Consiglio comunale di Milano, ha aderito anche l’Associazione di promozione sociale (Arci). “”Nella Milano Medaglia d’oro della Resistenza questa è un’offesa alla città e ai suoi valori democratici””, si legge in un passaggio della lettera. La risposta è un no trasversale, in attesa del giudizio del primo cittadino. “Il fatto che il Partito Democratico ipotizzi di discutere l’idiozia lanciata dai novelli stalinisti di voler mettere le mani sulla statua a ricordo di Montanelli, un grande milanese e italiano, dimostra che il Dna della sinistra caviale e champagne è sempre quello della cancellazione della storia scomoda”, è il commento del capogruppo della Lega al Comune di Milano e parlamentare, Alessandro Morelli. Matteo Salvini ha scritto “Giù le mani dal grande Indro Montanelli! Che vergogna la sinistra, viva la libertà”. Per l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia ed esponente di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, “è una vergogna, un attacco alla memoria di uno dei più grandi giornalisti italiani. La Floyd mania sta offuscando le menti anche di qualche consigliere comunale”. Tra i consiglieri comunali la proposta ha provocato dibattito e qualche consenso tra i consiglieri del Pd ma il capogruppo del partito, Filippo Barberis, ha spiegato di essere “molto lontano culturalmente da questi tentativi di moralizzazione della storia e della memoria che trovo sbagliati e pericolosi. Montanelli ha commesso un grave errore ma questi sono atteggiamenti di censura più che di riflessione e sono lontanissimi dalla sensibilità di Milano”