Stefano Massini lancia #iononsonoinutile in difesa del mondo della cultura

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Lo scrittore fiorentino ha parlato duramente durante la trasmissione ‘Piazza pulita’ su La7 di come vengono trattati i lavoratori del mondo dell’arte, del teatro e della musica

Mai come in questo tempo surreale di isolamento a casa la bellezza dell’arte sa regalare momenti che aiutano a superare l’angoscia e l’inquieta attesa del domani. I luoghi della cultura come teatri, cinema e locali sono stati i primi a chiudere e probabilmente saranno gli ultimi a riaprire. Eppure in questo momento difficile sembra che il governo abbia dimenticato chi lavora e vive proprio grazie all’arte.

Qualche giorno fa attraverso la trasmissione televisiva ‘Piazza pulita’ su La7 lo scrittore, regista e drammaturgo fiorentino Stefano Massini ha lanciato il suo grido di accusa ‘Io non sono inutile’ a favore di attori, scrittori, musicisti, cantanti e tutti coloro che lavorano nel dietro le quinte nel mondo della cultura.

Da Carlo Verdone a Fiorella Mannoia, da Silvio Orlando a Jovanotti, Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Gianna Nannini, Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Emma, Pierfrancesco Favino, Ambra Angiolini, Paola Turci, Tosca, Tommaso Paradiso, perfino Vasco Rossi: è lunghissimo l’elenco di chi ha aderito al suo intervento. Eccone una parte.

“Ogni fase storica comporta una contrapposizione – ha dichiarato Stefano Massini – e noi ce la portiamo dietro stratificata. Tra proletario e capitalista, tra stanziale e migrante, tra presunto normale e presunto diverso, tra occidentale e orientale, tanti muri contro muri. Ma oggi il virus che sta cambiando tante cose, sta cambiando anche questo. Noi oggi abbiamo un’altra contrapposizione tra le persone utili e le persone inutili, tra gli esseri umani necessari e quelli superflui. Costantemente sui giornali leggiamo una quantità di numeri sui morti, ma veniamo rassicurati in modo agghiacciante sul fatto che erano morti sì, ma di una certa età, erano arrivati a una fase anagrafica in cui la loro ‘utilità’ era inferiore.

Poi ci sono io che come scrittore sono un totale parassita della società, sono inutile. Basta aprire il giornale per leggere che è fondamentale parlare di ripartenza dell’industria e delle scuole, lo è. Poi ci viene detto che dopo molto, molto tempo potranno ricominciare anche i teatri, i concerti, i cinema, tutto quello che ha a che fare con l’arte e la cultura. È sicuramente normale, lo capisco anche io, che mettere 500 persone insieme a seguire uno spettacolo sia compatibile sono con una situazione di sicurezza dal contagio, il punto non è che io chiedo che domani vengano riaperti teatri e cinema. Il punto è il modo irritante con cui si da per scontato che l’arte, il cinema, il teatro siano delle cavolate marginali, che anche se non ricominciano chi se ne frega, perchè l’importante è che ricomincino le cose utili di cui noi non facciamo parte.

Peccato che dietro ogni cantante, ogni attore, ogni mattatore o scrittore ci sono centinaia di migliaia di persone che per rendere possibile il nostro lavoro guidano camion, allestiscono palcoscenici sotto il sole, realizzano set cinematografici o per i teatri di prosa o di lirica. Vogliamo dire anche anche queste migliaia di persone sono esseri inutili e non necessari?

Punto secondo: si da il caso che il paese per un assolutamente certo rischio sanitario sia in una situazione di carcerazione da diverse settimane, gli inutili cantanti, gli inutili attori, gli inutili scrittori, con le loro inutili opere, inutili canzoni, inutili film hanno probabilmente contribuito a rendere la carcerazione sanitaria più sostenibile. Siamo riusciti in qualche modo a tenere compagnia alla gente, quindi forse tanto inutili non eravamo. Terzo punto: noi non siamo un paese qualunque del pianeta terra. Noi siamo l’Italia, un paese che fino a prova contraria ha nel suo DNA la funzione di faro nel mondo per quanto riguarda la bellezza. La bellezza noi ce l’abbiamo nel nostro DNA, sarebbe molto bello sentire qualcuno che magari anche esagerando dicesse: è fondamentale riapre teatri, riapre cinema, fare ripartire concerti, perchè senza tutto questo siamo orfani. Ultimo punto: c’è una frase bellissima del grande Aldos Huxley che dice: ‘ogni essere umano ha una sua letteratura e sono i suoi ricordi’. Di questa letteratura fatta di ricordi, io oso dire che i capitoli più importanti coincidono con quel film che hai visto, quello spettacolo o quel concerto in cui hai cantato a squarciagola. Quindi significa che l’arte, la bellezza, la cultura, non sono scemenze di cui si può fare a meno e tanto chi ne se frega, sono qualcosa che è parte radicale dei ricordi e della sete di bellezza che ognuno di noi ha dentro di se.

Il mio è un appello stasera, se dobbiamo ripartire, ripartiamo con un occhio alla bellezza, perchè la bellezza è essenziale, la sete di ricordi passa dalla bellezza. Io sarò anche un inutile scrittore che viene qua a sprecare il fiato, però ho abbastanza fiato per dire che un po’ di dignità mi è rimasta e come tale, con grade fierezza dico che no, io non mi sento inutile.”