Stelle di Natale (+5%) e agrifoglio made in Tuscany trainano il mercato florovivaistico

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Stelle di Natale e agrifoglio trainano il mercato dei fiori in Toscana. Il periodo pre-natalizio vale infatti il 35-40% del fatturato annuo per le aziende floricole di Pescia. In crescita del 10% l’acquisto degli alberi di Natale naturali (con un giro d’affari complessivo di 30 milioni di euro a livello nazionale); ma nonostante il trend positivo, nelle case degli italiani entrano di preferenza ancora gli abeti sintetici (7 su 10 dei 12 milioni di alberi venduti in Italia), con un notevole danno per l’ambiente.

E’ quanto sottolinea la Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro (Firenze, Pistoia, Prato) a poche settimane dalle festività di fine anno.

Mercato in salute per le Stelle di Natale che registrano prezzi in lieve aumento (+5%) rispetto al 2018 e una domanda crescente. Una ‘stella’ di media grandezza (vaso da 14 cm) costa al consumatore finale sui 4-5 euro, di questi la metà (2,5 euro) vanno al produttore. Lo stesso vale per piante più grandi, con vaso da 20 cm (8-9 euro).

In linea con lo scorso anno invece l’agrifoglio (Ilex aquifolium): il rametto da 70 cm costa 1,60 euro. Ma vanno molto bene anche i ciclamini – precisa Cia Toscana Centro – dai colori vivaci che impreziosiscono le composizioni natalizie o come centro tavola: prezzo per il vaso medio (18-19 cm) 8 euro al consumatore e 4 al produttore. Bene anche il cavolo ornamentale (Brassica oleracea) perfetto da coltivare nel balcone anche d’inverno e sempre più apprezzato per ‘colorare’ il proprio giardino o balcone.

«Mercato in salute e la qualità delle produzioni di Pescia sempre più apprezzata dai consumatori toscani ed italiani – sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro -. Un grande merito va a tutte le nostre aziende florovivaistiche del territorio, sempre più attente all’innovazione del prodotto e dei sistemi di coltivazione. Gran parte delle produzioni vanno sugli scaffali della grande distribuzione e in alcuni casi in vendita diretta. Da evidenziare inoltre come la diffusione delle piante come l’agrifoglio e del cavolo ornamentale coltivate in pieno campo e quindi senza la necessità di consumo di gasolio agricolo in serra, permettano un risparmio notevole sui costi di produzione per le nostre aziende».

Albero di Natale, serve svolta green – Per un albero di Natale di plastica medio (10 kg circa) infatti, occorrono 20 kg di petrolio e 23 kg di CO2 emessa nell’atmosfera, alle quali si aggiunge il petrolio che serve al trasporto dalla Cina, da cui viene l’80% di questi prodotti. Si calcola servano 2 secoli per smaltirli.

«C’è sempre maggiore attenzione verso i temi della sostenibilità – prosegue Orlandini – e questo ha aumentato la domanda per gli abeti naturali, cogliendo di sorpresa persino i produttori, tra i quali molti giovani che stanno ripristinando il florovivaismo nelle zone montane per soddisfare questa fetta di mercato in crescita. Gli alberi italiani arrivano quasi totalmente da Toscana e Veneto, e dalla montagna pistoiese e dai nostri vivai partono ogni giorno abeti bianchi».

E’ importante inoltre, combattere le fake news e ricordare ai consumatori che gli abeti natalizi provengono da aziende vivaistiche dove sono coltivati appositamente per il mercato delle feste e vengono piantati di nuovo, dopo la vendita. Preferirli a quelli sintetici aiuta lo sviluppo del comparto florovivaistico italiano, incrementando il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali. Importante anche l’effetto benefico sull’ambiente per il contributo alla riduzione della CO2 assimilata durante le loro crescita e per la prevenzione del degrado idrogeologico. La coltivazione in Italia, oltretutto, garantisce la freschezza del prodotto, in quanto tagliato pochi giorni prima della consegna e sagomato a cono durante tutta la coltivazione per renderne compatte le fronde.

Nelle nostre case le dimensioni degli alberi natalizi sono diminuite, anche per gli spazi ridotti nelle abitazioni. Nel dettaglio, più del 70% degli italiani si orienta su alberi più “corti”, spendendo in media tra i 20 e i 40 euro. A concedersi il lusso di oltrepassare i due metri di altezza solo il 5% degli italiani, che destinano all’albero di Natale anche una spesa di 100 euro. Mentre per addobbare i cortili dei condomini si può arrivare fino a 400 euro per alberi ancora più alti. Cresce il fenomeno del noleggio, ma è ancora molto caro e può arrivare fino a 1500 euro per un albero da 4 metri.