STOP ALLE BARRIERE ANTIRUMORE AI LATI DEI BINARI, ALMENO NELLE MARCHE

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Fa un immenso piacere al sottoscritto ed al portavoce al senato Giorgio Fede, e certamente ai portavoce regionali e comunali, la notizia che la Conferenza Stato-Regioni della Regione Marche ha bocciato il progetto per la realizzazione delle barriere antirumore ai fianchi dei binari ferroviari. L’esigenza delle barriere nasceva dalla necessità per RFI di rispettare i vincoli imposti dalla normativa italiana sul rumore che certamente i treni e soprattutto i merci emettono. Si tratta infatti di moTrici e vagoni spesso datate e senza sistemi di abbassamento delle emissioni sonore. Per far fronte al rumore, che nel nostro paese ha limiti tra i più bassi d’Europa, la soluzione avanzata dalle Ferrovie dello Stato era la realizzazione di barriere alte sino a 8-9 metri sul piano della ferrovia e realizzando dunque dei veri e propri muri con impatto paesaggistico e sanitario enorme. La conseguenza immediata e più rilevante sarebbe la perdita della visuale del mare, soprattutto per chi viveva ai lati della ferrovia ai piani bassi delle case . Io e Giorgio Fede ci siamo attivati ed abbiamo fatto numerose riunioni con i funzionari del MIT e del MATTM e si era convenuto di prevedere dei finanziamenti per il rinnovamento ed il miglioramento del sistema frenante delle motrici e dei vagoni. Questi provvedimenti avrebbero abbattuto l’altezza delle barriere ma non la necessità della loro realizzazione in molti tratti dove, malgrado gli interventi, il rumore sarebbe stato comunque sopra soglia. L’intervento della Regione è importante e richiama l’attenzione dei Ministeri sull’urgenza di un intervento che sarà certamente migliorativo per le amministrazioni coinvolte ed i cittadini. Ringraziamo la Regione Marche che si sia attivata e tutti i comitati che sono sorti spontaneamente per prevenire la realizzazione di opere di così elevato impatto paesaggistico. Ci fa piacere pensare che anche il nostro intervento ed i continui richiami sulla stampa regionale abbiano condotto ad una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e condotto alla decisione dell’Ente Regione su un problema che in altre regioni è stato sottovalutato.