Su frutta e verdura in città nessun rincaro

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roberto maggio A Vercelli non è particolarmente sentito il fenomeno dei rincari sui prezzi di frutta e verdura denunciato in altre parti d’ Italia a causa dell’ emergenza. Il Codacons nei giorni scorsi aveva raccolto segnalazioni da parte dei consumatori su sensibili rialzi dei prezzi dell’ ortofrutta, in particolare nei mercati, supermercati e negozi di generi alimentari: «Sono rincari che non appaiono in alcun modo giustificati, non essendosi verificate forti riduzioni della produzione o eventi climatici che abbiano influito sui listini», dice l’ associazione dei consumatori. Gli aumenti segnalati riguardavano alcuni prodotti come i cavolfiori, che sul mercato all’ ingrosso hanno subito un vertiginoso aumento del +233%, o le carote, passate da 0,40 a 0,80 euro al chilo, mentre per zucchine e broccoli gli incrementi dei prezzi superano l’ 80%. E a Vercelli? A sentire ieri i pochi ambulanti presenti al mercato di piazza San Martino, i prezzi sono gli stessi di prima, in alcuni casi addirittura più bassi. «I miei prezzi si sono mantenuti uguali – racconta un venditore di miele proveniente da Villarboit -. I barattoli da un chilo li vendo a 13 euro: solo il miele d’ acacia costa 15 euro al chilo. Nel 2017 lo stesso miele d’ acacia lo mettevo in vendita a 18 euro al chilo. Quindi i prezzi si sono addirittura abbassati. Il vero problema è la materia prima, che scarseggia: ci sono poche api». Accanto a lui, come ogni venerdì, c’ è un ambulante di Verrua Savoia che porta al mercato di San Martino frutta e verdura: «Vendo gli asparagi a 2 euro più del solito – racconta mentre serve i numerosi clienti – ma perché sono di prima qualità, non perché c’ è la crisi delle vendite dovuta al coronavirus. I prezzi sono gli stessi di due mesi fa, qualcosa in meno. Il cavolo bianco lo vendo a 2 euro, mentre due mesi fa andava a 2 euro e 50: alcuni prodotti, certo, sono a fine stagione. Non ci sono stati rincari, ma ho sentito altrove di aumenti del 30-40%». La vercellese Lina Soave ha fatto scorta di frutta e verdura per i prossimi giorni: ha pagato gli spinaci 3 euro al chilo, le noci 5,50, dodici uova 4 euro e le mele a 3 euro al chilo: «Non mi sembra che siano aumentati i prezzi – racconta -, sono gli stessi di prima». Sempre in tema di acquisti di alimenti base, Coldiretti Piemonte segnala un boom di vendite di uova durante la Settimana Santa, con un +54% rispetto al normale. «In regione si conferma il trend che vede le uova protagoniste di queste festività – spiegano dall’ associazione -, ne verranno consumate circa 30 milioni per preparazioni di ogni tipo: dai dolci agli antipasti fino agli addobbi casalinghi, che, avendo più tempo di stare a casa, si stanno realizzando in famiglia». D’ altro canto la Coldiretti Piemonte segnala un calo tra il 30 e il 40% dei ricavi per la vendita di uova di cioccolato e colombe. –