Succedono cose. Positive

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Giuseppe Conte è uscito dal Palazzo, ha posto i microfoni su un banchetto e ha rilanciato la coalizione tra 5Stelle, Pd e LeU. Ha poi detto che sono altri non lui i sabotatori, che il governo Draghi sarà “politico” e con esso bisogna collaborare. Intanto il centro destra, invincibile e coeso, da uno ridiventa trino. Berlusconi guiderà la delegazione di Forza Italia e, in nome dell’Europa, anticipa che appoggerà il governo. Meloni si tira fuori. La foca nella vasca da bagno, Salvini, si dimena tra Giorgetti, che definisce Draghi un “fuoriclasse”, e il rimpianto del passato: quota cento, no al reddito di cittadinanza.
Ma a un’Italia che voglia rafforzarsi in Europa, il reddito -magari va corretto, ma serve perché aiuta chi è senza reddito, lenisce una piaga sociale, sostiene la domanda. Mandare prima in pensione chi lavora, come ridurre le tasse, vorrebbe dire far crescere il debito “cattivo”, per dirla con l’ex presidente della BCE. Matteo d’Arabia, fuori dai riflettori, se non per quel suo viaggio incauto, con genuflessione e lode del “rinascimento” saudita, pochi giorni prima che Joe Biden si impegnasse a mai più sostenere in alcun modo la guerra di Riyad nello Yemen. Per carità non mi unisco all’elogio smisurato del Drago, alla caccia ad amici e compagni, persone che l’hanno toccato. E meno male che Crozza c’è. A prenderlo in giro lui e gli adulatori. Ma si intravvede la possibilità di un percorso tra le forze della coalizione Conte, mentre i leader della destra devono preparare esami di riparazione. E Berlusconi risucchia Renzi. Non male.
Misurate il punto di partenza e il possibile approdo. Nel 2018 il Movimento 5Stelle vinse le elezioni, riducendo il Pd al minimo storico e impedendo alle destre di trionfare, nonostante la legge Rosato fosse tutta a loro vantaggio. Ne nacque un patto leonino con la Lega per Salvini: dagli al migrante contro reddito di cittadinanza, leggi di (in)sicurezza contro gli ultimi in cambio di qualche punizione anche per ricchi e corrotti. Salvini provò a mangiarsi le Stelle ma trovò Conte sulla sua strada. Ribaltone. “Grillini” si alleano con il “Partito di Bibbiano”. L’alleanza che sembra contro natura, deve fare i conti col Covid. Farà tutto sommato meglio del Regno Unito, della Francia. Le destre oscillano tra “negazionismo” e tentativo di destabilizzare lo stato usando, come un grimaldello, le regioni conquistate con l’elezione diretta dei “governatori”. Imprenditori in cerca di sussidi, esercenti (non tutti), speculatori del cemento, trovano un “rottamatore”. La maggioranza di governo, indugia, sbaglia, le destre chiedono il voto in piena pandemia. Fino al fischio dell’arbitro: in Parlamento non c’è più una maggioranza, né di destra né di sinistra, centro destra o centro sinistra. Allora Draghi. Quello che dico è che questa novità, non voluta ma resa necessaria dalla crisi, può scomporre -sta già scomponendo- le vecchie identità della politica, che mi sembravano ipocrite.
È un male succeda? Non credo. Ha senso per chi ami l’Italia andare a “vedere” tutti i bluff. Della destra, che si definiva competente e moderata ma poi voleva più soldi per chi già ha. Di Confindustria, che spara sul governo che ha ottenuto il Recovery, ma poi si ripensa e dice “Gualtieri non si tocca”. Del Pd, che non si era liberato del suo ex segretario, nonostante la scissione. Dei 5Stelle che anzichè immaginare il futuro rimpiangono il passato. Non firmo cambiali all’ex presidente della BCE. Ma con Galileo dico “eppur si muove”. La politica.

Corradino Mineo