Sulla crisi siriana l’Unione europea ha usato le parole giuste

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Condanna dell’intervento turco e appello per la sua immediata cessazione. A queste parole potrebbero seguire decisioni importanti, dalle misure economiche allo stop alle forniture militari, prese dall’Unione o almeno dai maggiori paesi. E tra questi è bene che ci sia l’Italia.
Ma la dichiarata intenzione di svolgere un ruolo “geopolitico” propone all’Unione, e alla prossima Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, sfide nuove. A queste potremo rispondere solo associando il peso economico-commerciale europeo alla politica estera e di sicurezza comune.
Il primo banco di prova sarà proprio il Mediterraneo. Opporsi ai disegni egemonici che contrastano con i nostri principi e i nostri interessi economici e di sicurezza. Favorire i processi di stabilizzazione e di pace. Mostrarsi all’altezza della questione migratoria, che ci accompagnerà nei prossimi decenni.
Le difficoltà per l’Europa nel cimentarsi in queste sfide “epocali” sono fin troppo evidenti. Il mondo nuovo che abbiamo di fronte ci obbliga a fare di tutto per superarle.