SUPERTICKET? ANDIAMO OLTRE: RAGIONIAMO SU COME RIPARTIRE IL FONDO SANITARIO NAZIONALE

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Una delle sfide attuali a cui il Servizio Sanitario Nazionale deve far fronte riguarda la sua equità e capacità di rispondere ad un diritto universale -quale quello alla salute- per dare a ciascun cittadino e alla propria comunità di riferimento risposte adeguate ai bisogni di salute che esprime. La proposta proveniente dal Ministro Speranza –che, per la verità, non è il primo a proporlo- di abolire il cosiddetto superticket e rimodulare il ticket sulla base del reddito di chi ne usufruisce, potrebbe sicuramente essere il primo passo importante verso un SSN meno diseguale e non discriminatorio. Tuttavia, tutto ciò non basta: non dobbiamo pensare che parlare di “ticket” sia la panacea per tutti i mali di cui è affetta la sanità. È necessario operare un profondo mutamento nel metodo di ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) sul territorio, abbandonando parametri obsoleti quale quello della quota capitaria, senza però cedere a egoistiche spinte autonomistiche. Dobbiamo attuare una rivoluzione culturale che ridefinisca la quota da assegnare ad ogni Regione in virtù delle reali e diversificate necessità della comunità che abitano quei territori. Come ho proposto io alla Camera dei Deputati (qui trovate il link alla risoluzione) nuovi criteri di riparto delle risorse economiche dovrebbero comprendere la valutazione dell’incidenza di determinate patologie o inquinamento ambientale, le eventuali carenze infrastrutturali, le condizioni orografiche e demografiche così come quelle di deprivazione economica che, inevitabilmente, determinano effetti pesanti anche sui costi dei servizi di assistenza e sulla loro effettiva fruizione. Lavoriamo alla prossima legge di bilancio con una visione di lungo termine e con l’idea di alimentare una rivoluzione della sanità così come oggi la conosciamo: l’aumento dell’età media della popolazione, le nuove tecnologie e lo sviluppo di una concezione olistica del benessere psico-fisico dell’uomo, necessitano di essere affrontate con l’impegno di una politica coraggiosa.