Svizzera, da oggi l’omofobia è reato

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Discriminazioni basate sull’orientamento sessuale saranno punibili in Svizzera, così come lo è già il razzismo. Gli elettori elvetici, oggi chiamati a votare al referendum sulle nuove norme contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale, ha approvato l’introduzione dell’omofobia nel Codice penale svizzero. Il Sì nel referendum, che era stato chiesto da un partito conservatore contrario alla legge, ha vinto con il 32%, secondo le proiezioni dell’istituto gfs.bern pubblicate poco dopo la chiusura dei seggi.

I votanti si sono espressi a favore di una protezione dal profilo penale contro le discriminazioni e le aggressioni legate all’omo-, etero- o bisessualità di una persona o di un gruppo di persone. “Finora il Codice penale svizzero prevedeva pene detentive e pecuniarie per atti pubblici o dichiarazioni discriminanti basate sull’appartenenza razziale, etica o religiosa, ma non sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”, spiega il giornale on line Swissinfo.

La legislazione svizzera si allinea quindi a paesi come la Francia, l’Austria, la Danimarca e i Paesi Bassi, che hanno già adottato leggi che consentono di punire penalmente l’omofobia.

I promotori della norma anti-omofobia esultano per il risultato di questa domenica.

“L’odio e la discriminazione non hanno posto in Svizzera. È un grande segnale per tutte le persone interessate”, ha dichiarato il consigliere nazionale socialista Mathias Reynard, che nel 2013 aveva depositato un’iniziativa parlamentare in cui chiedeva di completare la norma antirazzismo, aggiungendo le discriminazioni basata sull’orientamento sessuale.

“Oggi non sono stati rafforzati solo i diritti delle lesbiche, dei gay e dei bisessuali, ma anche quelli di tutte le minoranze”, ha affermato Salome Zimmermann, copresidente dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche (LOS). A suo avviso, “il risultato è un segno di fiducia. Il popolo svizzero dice: non vogliamo odio, vogliamo una società aperta”.

Secondo Matthias Erhardt, co-presidente del comitato nazionale per il “sì”, il voto di questa domenica servirà alla comunità LGBT per affrontare le battaglie future. In particolare, per giungere al matrimonio per tutti e alla registrazione sistematica delle aggressioni e discriminazioni legate all’orientamento sessuale – ancora oggi mancano dati statistici nazionali.

Da oggi saranno vietati atti pubblici o dichiarazioni che ledono la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone in relazione al loro orientamento sessuale, che creano in tal modo un clima di odio e mettono in pericolo la convivenza pacifica nella società. È punibile anche chi rifiuta a qualcuno un servizio destinato al pubblico a causa del suo orientamento sessuale.

Fortebraccio News