Tarcisio Bertone – I miei Papi – Torino, Elledici, 2018. 152 p. (166)

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Tra i tanti libri che ci presentano da commentare ve ne sono alcuni “delicati”, o scottanti che dir si voglia, ovvero da commentare “coi guanti”. Oggi vi parliamo di uno di questi. Continuate a leggere e scoprirete il perché.

Nel leggere il nome dell’autore di questo libro siamo stati innanzitutto colti da un senso di timore generato dal profondo, innato rispetto per le autorità che, negli anni, conoscenza ed esperienza non sono riuscite ad eliminare del tutto, caratteristiche frutto di una rigorosa educazione familiare cattolica e militare.

Leggendo poi le serene, semplici parole ed i profondi, non sempre noti, vivi avvenimenti che hanno coinvolto la Santa Chiesa nel corso di oltre 70 anni (1939-2013), sotto la guida di 7 papi (Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco) – pur vivendo il cardinale una quotidianità più o meno lunga solo con 3 pontefici – la penna del giornalista ha avuto il sopravvento sulle ansie e sui timori. Così, le idee e le frasi da scrivere sono nate spontanee e dense d’emozioni, superando il timore sia di sbagliare sia di sintetizzare in modo poco efficace il gran vissuto dell’autore.

Sua Eminenza Tarcisio cardinale Bertone, quale “testimone privilegiato” ha voluto qui narrarci i principali fatti avvenuti durante il suo ministero pastorale (ed ancora da ragazzo), anche come Segretario della Congregazione della Fede, prima, e Segretario di Stato Vaticano, poi, e, ormai libero dagli incarichi svolti presso la Santa Sede, socializzando sia “le bontà delle rose” sia “le loro spine”. In questi ultimi casi, contrastando da una parte il tanto discusso attico a lui contestato di 700 mq nel centro di Roma (di proprietà vaticana) – “…un’abissale lontananza dalla verità…” – dall’altra, le presunte divergenze con Benedetto XVI e papa Francesco, confutate ampiamente nel libro.

Lo abbiamo di certo pensato in molti, se non tutti, che dietro ogni Papa, per svolgere al meglio quel pesante Ministero Pietrino, ci sono sempre state menti acute, preparate, attente, moderate, previdenti… e, soprattutto, illuminate dalla gioia del Vangelo, come quella del Supremo Pastore con cui condividere l’azione apostolica ed il greve fardello.

Il cardinale Bertone ha avuto, ha, ed ha utilizzato – insieme con altre, dal suo curriculum e nel libro ben percepibili – queste sue indubbie, peculiari qualità.

Centinaia, forse migliaia di occasioni lo hanno visto più o meno evidente protagonista in positivo: incontri, missioni, conclavi, fughe di notizie, encicliche, rapporti con i potenti della Terra… e il Concilio Vaticano II. Avvenimenti, questi, tutti presenti nelle pagine. Ogni aneddoto, ogni fatto narrato ed efficacemente sintetizzato è stato vissuto al fianco e sempre in accordo con i vari papi, profondamente intriso di “umanità e spiritualità”, se c’è permesso il dire, tra umane sofferenze (…le debolezze dell’arcivescovo Milingo, a cui furono poi trovati un alloggio ed un lavoro fuori dal Vaticano…) e momenti di gioia, come l’avvicinamento dei mondi cristiano e islamico. Su quest’ultimo caso si ricorda la sua fattiva partecipazione, che si terminò (13 ottobre 2007) con la lettera di ringraziamento a papa Benedetto XVI di 138 esponenti mussulmani, a cui seguì un incontro di dialogo con udienza in Vaticano il 6 novembre 2008.

Umanità e fede uniti al principio di conciliazione e pacificazione che furono anche sottolineati dallo stesso cardinale Bertone nei colloqui per le maggiori istanze politiche per la concordia nazionale argentina.

Sono tanti gli esempi esposti, non tutti noti, di corretto e giusto, laicamente oltre che cristianamente, agire che si trovano sotto i vari pontificati, tradotto in azioni correnti pregne d’amore, nell’asperità del vivere.

L’onesta e lucida mente di Sua Eminenza non ha tralasciato di raccontare nemmeno gli aspetti più controversi vissuti da testimone vicino ai fatti ed ai documenti più scabrosi. Neppure quelli relativi alla “leggenda nera” che circonda papa Pio XII e le sue presunte indulgenze verso il nazismo, voci false che numerosi documenti ed atti smentiscono chiaramente, citate da coloro che con azioni e dichiarazioni – anche con una pièce teatrale! – hanno fatto scempio ed offesa alla ragione, all’obiettività, al buon senso e ai principi morali della fede cristiana.

Il libro si conclude con le testimonianze degli ottimi rapporti vissuti con papa Bergoglio, le 30 udienze in 8 mesi con questo papa per avviarlo alle relazioni istituzionali (lo ha accompagnato anche nel suo viaggio in Brasile per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù) ottenendo, tra l’altro, queste parole, per la Prefazione di un suo libro, parole con le quali concludiamo anche noi: “[…] sono tanti e pregnanti gli spunti di questo lavoro che dimostra quanto il cardinale Bertone abbia saputo presentare l’annuncio evangelico, i valori e le grandi istanze della dottrina della Chiesa […]”.

Nato a Romano Canavese (Torino) nel 1934, cresciuto in una famiglia molto religiosa (suo padre, maestro di musica e contadino, era tra i pochi abbonati all’Osservatore Romano, che il ragazzino leggeva, formandosi spiritualmente), Tarcisio entra da giovane nei salesiani e diventa sacerdote; arriva quindi alla docenza in Diritto Canonico ed all’incarico di rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana. Fu consacrato vescovo nel 1991, e cardinale nel 2003, svolgendo il ministero tra Vercelli, Genova e Roma. Si è distinto come Segretario della Dottrina della Fede e poi come Segretario di Stato.

Una curiosità finale: Sua Eminenza è un tifoso convinto della Juventus ed è stato anche cronista sportivo.

Molto interessante e ben fondata è la degna prefazione a questo libro scritta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Franco Cortese Notizie in un click