TAV, IL MOVIMENTO RESTA FERMAMENTE CONTRARIO

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In questi ultimi giorni, in Commissione Lavori pubblici, Infrastrutture e Trasporti del Senato abbiamo audito tutti i soggetti coinvolti nel Tav, il treno ad alta velocità Torino – Lione. Abbiamo ascoltato le relazioni tecniche di TELT, della Corte dei Conti, dei sindaci della Val di Susa e del Ministero dei Trasporti, ma quello che pensavamo prima lo sosteniamo anche adesso: questo progetto nasce vecchio e finirà obsoleto. Purtroppo l’opposizione del Movimento 5 Stelle non è stata sufficiente a fermare lavori già partiti e soldi già stanziati e la volontà politica in capo al resto dell’arco parlamentare. E’ purtroppo una battaglia persa contro cui abbiamo lottato con tutte le nostre forze. Ora è necessario puntare sulla riduzione del danno, attraverso le opere compensative che riguarderanno tutti i comuni della Val di Susa interessati dal progetto. Con i colleghi delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato, ieri sera, abbiamo scritto questo comunicato stampa.
Tav: M5s, nostra opinione nota, nata vecchia finirà antiquata  – “L’opinione del Movimento 5 Stelle è nota in merito al Tav. Essa ha una fin troppo nota traccia nel passaggio parlamentare dell’agosto 2019, quando l’aula del Senato decise di dare disco verde al proseguimento dei lavori di quest’opera obsoleta e dai costi abnormi. Nata vecchia e destinata a terminare quando sarà antiquata. I nostri rilievi di allora trovano riscontri nei fatti, visto che il cronoprogramma per l’entrata in esercizio del tunnel si è allungato di altri tre anni fino al 2032, come è emerso dalle audizioni di questi giorni. Così come è fumoso lo stato dell’arte sui finanziamenti. Infatti non si è ancora in grado di dimostrare quello del governo francese, e soprattutto la reale disponibilità del finanziamento europeo. Che dovrebbe salire al 55% del totale, ma nel contratto di programma è ancora al 40%. Su di esso l’incertezza regna sovrana: come già denunciato in estate dalla Corte dei Conti Europea, la Torino-Lione dovrebbe utilizzare contributi erogabili nella cornice del regolamento comunitario relativo alle reti transeuropee. Questo regolamento però ha al suo interno un “paletto” piuttosto rilevante: tutte le opere finanziate devono entrare in servizio entro il 2030. Ciò vuol dire che larga parte della realizzazione del Tav è oltre quel perimetro temporale di finanziabilità. Dunque la nostra idea sull’opera non è cambiata. Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza, ma in questo momento le responsabilità sono di altri”. Così in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Trasporti di Camera e Senato.

Mauro Coltorti