Telecamere nidi, Piani: contributi e schema di bando per presentare le domande

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È stato pubblicato oggi sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia (Burl) il decreto della Direzione generale Politiche per la famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, che traccia lo schema di bando che le Ats sottoporranno a nidi e micro nidi pubblici e privati lombardi che intendono sperimentare la videosorveglianza. Vi sono contenute anche le indicazioni necessarie a chi vuole presentare i progetti di informazione e formazione rivolti a educatori e assistenti, genitori e parenti, per far emergere e riconoscere, nelle strutture e nel contesto familiare, i segnali di disagio fisico e psichico dei minori.

INSTALLAZIONE TELECAMERE – “L’incarico di attuare il bando – ha spiegato l’assessore alle Politiche per la famiglia, genitorialità e Pari opportunità Silvia Piani – è stato affidato alle Ats, che, entro 45 giorni, dovranno approvare e pubblicare l’avviso sul territorio di competenza. Nei successivi 45 giorni, dal ricevimento delle domande di partecipazione, dovranno: verificare i requisiti di ammissibilità, approvare gli esiti dell’istruttoria, erogare l’anticipo del contributo (pari al 60 per cento del contributo concesso) ed erogare i contributi concessi entro massimo 90 giorni dall’approvazione degli esiti”.

Possono beneficiare del bando nidi e micro nidi pubblici e privati, autorizzati al 31 dicembre 2018, in possesso del codice dell’Anagrafe regionale delle strutture socio sanitarie della famiglia (Afam).

DOTAZIONE FINANZIARIA – Il finanziamento complessivo è di 600.000 euro, di cui 300.000 euro sul 2019 e 300.000 euro sul 2020.

“La ripartizione – ha chiarito l’assessore Piani – è quella già stabilità dalla determina del 20 maggio 2019, ovvero del 30 per cento ripartito in parti uguali tra le Ats e del 70 per cento assegnato in proporzione ai posti autorizzati nelle strutture nido e micro presenti sul territorio di competenza, sempre in base all’ultimo dato Afam disponibile”.

Le cifre nel dettaglio per il biennio 2019-2020:

– Città Metropolitana di Milano, 214.288 euro;
– Insubria, 72.572 euro;
– Montagna, 30.881 euro;
– Brianza, 69.667 euro;
– Bergamo, 59.084 euro;
– Brescia, 59.662 euro;
– Val Padana, 49.999 euro;
– Pavia, 43.847 euro;

Totale: 600.000 euro.

FORMAZIONE E INFORMAZIONE – “I progetti di formazione e informazione – ha aggiunto l’assessore – dovranno essere realizzati dall’Ats di riferimento territoriale, che assume anche il ruolo di capofila, esclusivamente con un accordo di partenariato con altri soggetti istituzionali, come: enti locali, Asst, enti del terzo settore e autorità competenti (rappresentati delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie)”.
Ogni Ats potrà presentare uno o più progetti nell’ambito della loro disponibilità di budget. I progetti devono essere realizzati sul territorio della Ats capofila e durare per l’intero anno scolastico, ovvero da settembre a luglio.

DOTAZIONE FINANZIARIA – La dotazione finanziaria per questi progetti è di 300.000 euro complessivi, di cui 150.000 euro sono già stati impegnati e liquidati nel 2018. I 150.000 euro del 2019 verranno ripartiti con il presente provvedimento, sempre secondo i criteri di ripartizione: 50 per cento in parti uguali tra le Ats e 50 per cento in proporzione ai posti autorizzati nelle strutture nido e micro nido ubicate sul territorio di rifermento dell’Ats (in base all’ultimo dato AFAM disponibile).

Nel dettaglio i fondi assegnati per i progetti di formazione e informazione per l’anno 2019:

– Città Metropolitana di Milano, 43.622 euro;
– Insubria, 18.316 euro;
– Montagna, 10.872 euro;
– Brianza, 17.798 euro;
– Bergamo, 15.908 euro;
– Brescia, 16.011 euro;
– Val Padana, 14.286 euro;
– Pavia, 13.187 euro;

Totale, 150.000 euro.

RENDERE PIÙ SICURA VITA BAMBINI E FAVORIRE CRESCITA OPERATORI E FAMIGLIE – “Tutto il nostro lavoro – ha concluso Silvia Piani – è di rendere più sicura, con l’installazione volontaria delle telecamere, la vita dei bambini, perché non sono più tollerabili episodi come l’ultimo accaduto nel Bresciano. Ma nello stesso tempo favorire la crescita degli operatori e delle famiglie, puntando sul coinvolgimento di tutti per favorire approccio multidisciplinare”.