Tempio bar, Roma

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Credo che sia il più bel bar di Roma, al­meno per me lo è. La vista è sicuramente unica. La piazza è quella della Rotonda, evocata in molti libri, film e servizi televi­sivi. Mi siedo spesso a fianco dell’ingresso ad un tavolo all’aperto e di fronte mi tro­vo il Pantheon.
A volte c’è Mario Schiafone che gesti­sce il locale dal 1992 e presto saranno dunque trent’anni. Mario venne a Roma per il servizio militare e da allora non ha più lasciato la capitale. Arrivava da Sersale in Calabria e qui in effetti ritrovi la sua terra perché la maggior parte dei came­rieri se li è portati da quella meravigliosa regione. Solo il direttore Massimo Roma­nelli e Giovanni Donati, da poco in pen­sione, sono romani. Rocco Femia è il più disinvolto del gruppo ed ha una frase af­fettuosa per ogni avventore. Si illumina ogni volta che qualche bella ragazza si ac­comoda ai tavoli e corre ad accoglierla. Il fratello Francesco è meno espansivo, ma ugualmente professionale e sorridente. Rocco ha fatto il liceo scientifico ma spesso mi dice di non aver studiato abba­stanza e che nella prossima vita i libri li divorerà. Vincenzo Serratore per le sue abilità viene chiamato l’ingegnere, mentre Roc­co Zaccone ogni tanto si innamora e spa­risce per qualche tempo. Per ora comun­que è sempre ritornato in questo esercizio dove regnano educazione ed armonia. Giuseppe Grillo ha sposato la figlia di Mario, il proprietario, ma questo non ha modificato il suo modo distinto di servire la clientela. Un tempo c’erano anche i fratelli Fabio e Pino Folino. Fabio gestisce un bar a Ro­ma mentre Pino si è trasferito in Francia. Quando ho un’ora libera la passo vo­lentieri al Tempio bar dove la simpatia dei camerieri e la vista del più bel monu­mento del mondo mi danno la carica per affrontare qualsiasi riunione.