Tetto al contante, cambiano le regole

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Pagamenti in contanti, si cambia ancora. Il governo annuncia una doppia modifica alla soglia del contante: tetto a 2mila euro nel 2020-2021 e poi a mille euro dal 2022. L’idea annunciata dal Governo nel decreto fiscale contribuirà a far salire a dieci le modifiche a partire dal 2002. Un primato non certo invidiabile frutto probabilmente anche della mancata chiarezza su quale sia la reale portata della misura…

Si torna a parlare dunque di tetto al contante nelle transazioni tra privati in chiave antievasione. È necessario chiarire anche un aspetto che ingenera molti dubbi: a questo punto si può prelevare o versare in banca denaro di importo pari o superiore a 3mila euro?

La risposta la dà il dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia sulle Faq pubblicate sul proprio sito istituzionale : “Sì, perché non esiste alcun limite al prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente in quanto tale operatività non si configura come un trasferimento tra soggetti diversi”. E qui però va fatta una riflessione su due profili diversi che impone comunque cautela non tanto sotto il profilo antiriciclaggio, quanto su quello fiscale.

Come spiega Il Sole 24 Ore, per tutti (compresi i dipendenti) il Fisco nel caso di controllo antievasione potrebbe chiedere conto da dove provengono i soldi versati in banca. Se si hanno le pezze d’appoggio necessarie, nulla da temere. In più, chi esercita un’attività imprenditoriale (lo stesso discorso non vale più per i professionisti o per altre tipologie di contribuenti) potrebbe essere chiamato a giustificare anche i prelievi se superano i mille euro giornalieri e comunque i 5mila euro mensili .

Che cosa si rischia trasferendo contante oltre la soglia? A fronte di una fattura unica per la vendita di un bene il cui importo è superiore al limite dei 3.000 euro è possibile accettare il versamento di denaro contante a titolo di caparra? In questo caso la risposta è: “Sì, è possibile purché il trasferimento in contanti sia inferiore alla soglia dei 3.000 euro, oltre la quale è obbligatorio l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili”. Tradotto in sintesi, sì a pagamenti o trasferimenti cash fino a 2.999,99 euro e poi si deve passare necessariamente da strumenti tracciabili.

Le sanzioni sono salate nel caso in cui il trasferimento non in regola venga segnalato (in questo senso le “sentinelle” sono rappresentate dagli operatori obbligati al rispetto della disciplina antiriciclaggio). La sanzione, infatti, va da 3mila a 50mila euro ed è addirittura quintuplicata (quindi da 15mila a 250mial euro) per violazioni ai limiti del contante che eccedono i 250mila euro.                                                           fonte  https://www.ilparagone.it