Tirrenia, USB: no alla chiusura di Napoli e allo svuotamento della compagnia

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A otto anni dalla privatizzazione della Tirrenia di Navigazione, il gruppo Moby della Onorato armatori che ne ha acquisito proprietà e laute sovvenzioni statali, dopo il fallimento delle prospettive societarie e gestionali indicate nel piano industriale, sta travolgendo nella sua crisi finanziaria la stessa Tirrenia.

Nella prospettiva della prossima conclusione del contratto con lo Stato per il servizio pubblico di continuità territoriale con Sardegna, Sicilia e Isole Tremiti, Moby sta portando a termine la sua politica di svuotamento della Tirrenia procedendo alla vendita di navi, alla prossima dismissione di linee e alla chiusura della storica sede di Napoli con sua delocalizzazione e accorpamento presso gli uffici Moby di Milano, Livorno e Portoferraio.

Un progetto privo di qualsiasi respiro industriale, che nasconde la grave crisi del gruppo ispirato dal solo pressante bisogno di far cassa le cui conseguenze in termini occupazionali, per altro già ambiguamente annuncianti dalla proprietà, non tarderanno a farsi sentire.

Tirrenia, accanto ad Alitalia, Mercatone Uno, ex Ilva, Whirlpool e alle oltre 160 vertenze aperte, è l’ennesima crisi che nasce da dirigenti e manager senza alcuna responsabilità sociale e imprenditoriale che fanno shopping per poi svuotare, e gettar via le aziende e chi vi lavora!

Delocalizzare la Tirrenia significa privare la città di Napoli di un importante attore economico per le attività del porto con riflessi sull’indotto (riparatori e forniture navali, servizi portuali, etc.), dismettere parte della flotta e contrarre i servizi marittimi espletati da oltre ottanta anni, si tradurrà nella messa a terra oltre 1000 marittimi, oltre i gravi riflessi economici che si avranno sui porti sin qui serviti da Tirrenia, sull’economia delle isole maggiori e il diritto alla mobilità delle popolazioni isolane.

È il momento che il governo ed il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture intervengano e diano risposte ai lavoratori ed al paese!

L’Unione Sindacale di Base, chiama al primo sciopero il personale navigante e amministrativo della Tirrenia/Compagnia Italiana di Navigazione nella giornata del 10 febbraio 2020, una mobilitazione in difesa dell’azienda, del lavoro, nell’imprescindibile necessità di difenderlo!

USB – Lavoro Privato – Settore Mare e Porti