Toccafondi: “La vera didattica è solo in classe”

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Il 28 maggio il CTS ha pubblicato delle linee guida per settembre (quindi tre mesi prima della riapertura), nelle quali prevede distanze di un metro tra le postazioni di ogni studente e di due metri dalla cattedra a tutto ciò che la circonda.

Nella realtà, questo significherebbe raddoppiare spazi e insegnanti, moltiplicando i miliardi di spesa pubblica che in questo momento il nostro paese non ha. L’Associazione dei Presidi parla di 160mila classi senza spazi adeguati al rispetto di tali indicazioni. Il ministero ha deciso di legarsi a doppio filo a queste indicazioni.

Cosa che non era affatto obbligato a fare: era stato proprio il coordinatore del CTS Miozzo a dirci, in audizione in Commissione, che il loro era un parere tecnico, un’indicazione, in base alla quale poi l’onere di prendere una decisione spettava alla politica.

Servono realismo, buonsenso e ragionevolezza: la didattica a distanza è stata importante ed ha funzionato – e non per tutti – e in fase di emergenza, ma adesso basta. L’unica vera didattica è quella in presenza, con classi intere e non smembrate in piccoli gruppi. Il distanziamento deve essere calibrato sulla curva dei contagi: non si possono applicare a settembre delle linee guida pensate a maggio. Ma soprattutto tavoli, tecnici ed esperti sono fondamentali, ma la decisione spetta alla politica.

E se il Ministero «decide di non decidere», commette un grave errore perché a perdere sarebbe la scuola ovvero il percorso educativo dei nostri ragazzi.