Torri (Si): Tutelare il settore cannabis light con leggi e regole chiare

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Colmare “il vuoto legislativo sulla promozione e coltivazione della canapa per tutelare l’occupazione e permettere lo sviluppo di un settore in forte crescita”. Lo chiede in un’interrogazione alla Giunta Yuri Torri di Sinistra italiana dopo la sentenza del 30 maggio della Corte di Cassazione che vieta la commercializzazione al pubblico dei prodotti derivati dalla cannabis “salvo che siano privi di efficacia drogante“. In realtà, specifica il consigliere, i negozi che si sono sviluppati dopo la legge del 2016 che ha sancito l’ingresso sul mercato della cannabis light, “vendono già soltanto infiorescenze quindi prive di efficacia drogante, con un livello di Thc inferiore al limite consentito dalla legge” che è quello dello “0,2 per cento, così come previsto da regolamento europeo”.

Il consigliere insiste poi sullo sviluppo del settore che alimenta “un giro d’affari di 150 milioni di euro (al 2018), con più di 4 mila ettari coltivati a canapa da oltre 2 mila aziende agricole, circa mille negozi e oltre 15 mila addetti tra produttori agricoli, negozianti e grossisti”. In particolare, “l’Emilia-Romagna oggi è al secondo posto in Italia per numero di attività commerciali e coltivazioni” con “87 punti vendita e oltre 140 ettari coltivati a canapa”. Tuttavia, dopo la sentenza della Cassazione, “si sta procedendo con veri e propri sequestri preventivi che impediscono di lavorare e rischiano di saturare i tribunali ordinari” oltre a generare “un clima di diffidenza che porta spesso alla chiusura preventiva dell’attività”. Il consigliere chiede quindi di “convocare un tavolo con operatori del settore e associazioni” per stabilire “regole chiare e controlli ferrei” e dare una corretta informazione sul tema.