Tpl. Corsini in Commissione: bene la ripartenza con 272 bus in più

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Tpl. Corsini in Commissione: bene la ripartenza con 272 bus in più. Fdi attacca: nessun distanziamento sui mezzi

Il titolare dei Trasporti difende il limite dell’80% della capienza: “Scelto all’unanimità dalla Regioni. Garantisce gli spostamenti di studenti e pendolari e la loro sicurezza”

Sono 272 in più i bus, distribuiti sulle nove province emiliano-romagnole, che, rispetto all’ordinario, sono stati messi in campo dalla Regione per far fronte alla ripartenza delle scuole e quindi al trasporto degli studenti dalle proprie abitazioni ai plessi scolastici e viceversa. Tradotto nei termini dei contratti di servizio, stipulati tra Regione e aziende del Tpl, “i servizi minimi vengono integrati con oltre cinque milioni di chilometri aggiuntivi”. Questo è quanto ha spiegato l’assessore Andrea Corsi di fronte alle commissioni Territorio (presieduta da Stefano Caliandro) e Scuola (presieduta da Francesca Marchetti) in un’audizione convocata per fare il punto sulla situazione del Trasporto pubblico locale a pochi giorni dalla ripartenza della didattica in classe. Una seduta in cui Fratelli d’Italia ha’preso di petto’ il limite per il il trasporto dei passeggeri sul bus chiedendo una posizione politica al titolare dei Trasporti in Regione ed evidenziando come la possibilità di occupare l’80% della capienza dei mezzi non garantisca il distanziamento sociale e quindi la sicurezza di utenti e lavoratori.

“Il sistema è ripartito sulla base di linee guida nazionali”, ha esordito Corsini. “Linee guida che prevedono, in base alle richieste delle Regioni, una percentuale di riempimento dei mezzi dell’80% della loro capienza complessiva ,che è diversa dalla percentuale di posti a sedere. Questo limite ci permettere di trasportare in sicurezza studenti e pendolari in tutti i bacini provinciali. Stiamo monitorando giorno per giorno la situazione attraverso la cabina di regia, per intervenire laddove ci sia necessità. Abbiamo costruito nove tavoli provinciali con scuole, quindi le direzioni didattiche, aziende e agenzie, che sono costituite degli enti locali, che ci ha portato a definire l’esigenza di integrare i servizi minimi con oltre cinque milioni di chilometri aggiuntivi. Il costo- ha continuato Corsini- verrà coperto dal decreto del governo che stanzia 300 milioni di euro per pagare questi servizi aggiuntivi. Sui treni non ci sono particolari problemi. L’affluenza è ben al di sotto dell’80% di carico previsto dalle linee guida. Siamo partiti da pochi giorni. Occorrerà attendere per avere una valutazione compiuta”.

Sulle barricate Fratelli d’Italia. Diverse le richieste di chiarimento arrivate da Giancarlo Tagliaferri: “”La Regione ha imposto allo Stato questo limite dell’80% della capienza, ma cosa prevedete di fare nel caso di un utente di un bus positivo al Covid? Come contatterete tutti gli altri? Per le corse di durata inferiore ai 15 minuti i bus possono viaggiare a pieno carico ma chi controlla i tempi? E in caso di ingorgo? Si fanno scendere i bambini per strada?”. Michele Barcaiuolo ha invece parlato di “ripartenza fallimentare su tutti i fronti. Negli autobus non c’è il distanziamento, lo stesso che poi viene richiesto quando si entra a scuola. Serve un po’ di chiarezza. Queste ipocrisie di fondo minano alla base la credibilità delle istituzioni”. Mentre il capogruppo Marco Lisei ha rincarato la dose: “In nove metri quadrati, la grandezza di alcuni bus, ci possono stare 71 persone. In pratica non è possibile mantenere il distanziamento che invece è previsto altrove. In alcuni luoghi si parla di distanziamento metrico, sui mezzi pubblici c’è una capienza generica e questo comporta che, a prescindere dai posti a sedere, ci siano delle situazioni di vicinanza e di contatto fra le persone che non sono evitabili. Il limite dell’80% per noi è problematico sia dal punto di vista dei controlli che da quello della sicurezza, degli studenti e degli autisti. Per noi è sbagliato”.

Schierata dal lato opposto è Silvia Piccinini (M5s) che, ricordando come la situazione sia “inedita e complicata da gestire”, ha sottolineato: “Credo che nonostante la narrazione politica di qualcuno e la propaganda, la ripartenza della scuola e del trasporto stia reggendo. La Regione deve impegnarsi a intervenire sulle criticità, fisiologiche, che potrebbero crearsi”. La capogruppo 5 stelle si è poi espressa sulla didattica a distanza: “Serve riflettere sulla possibilità di attivarla per i ragazzi delle superiori. Questa decisione potrebbe risolvere alcuni disagi segnalati sia a Bologna che nel Reggiano””.

Valentina Castaldini, dai banchi di Forza Italia, ha messo l’accento sulla situazione delle aree montane, che “stanno vivendo la situazione con grandi difficoltà. Chi vive in montagna oggi si trova a scegliere se andare a scuola oppure no. Ci sono dei problemi sulle coincidenze, sull’orario di entrata e uscita dalla scuola. Serve, fin da subito, impostare tavoli territoriali in cui far emergere le varie criticità ed esigenze. Non serve attendere che il problema sia esplicito per intervenire”. L’Azzurra ha poi messo sul tavolo il tema dei rimborsi, attraverso voucher, per i servizi di trasporto non usufruiti nei mesi scorsi: “I voucher del decreto Rilancio non hanno toccato i maturandi. Sono circa 33 mila le famiglie che non hanno avuto rimborsi”.

Lato Lega, Emiliano Occhi ha portato in Commissione la denuncia di alcune situazioni dove il distanziamento all’interno dei bus era assente. “Si deve fare- ha detto- una valutazione sull’effettiva necessità del distanziamento sociale o se questo può essere messo da parte attraverso l’utilizzo di mascherine più protettive”. Mentre Massimiliano Pompignoli ha criticato la campagna comunicativa dedicata agli abbonamenti dei bus gratuiti per under 14 che ha “illuso molte famiglie”.

Sollecitazioni a cui l’assessore Corsini ha replicato ricordando: “Il limite dell’80% è stato deciso all’unanimità dalle Regioni. Alcune Regioni di centrodestra chiedevano un limite più alto. Io ho sempre sostenuto che questa sia la soglia massima che consente di trasportare ragazzi e pendolari in sicurezza. Naturalmente con una serie di ulteriori obblighi e prescrizioni. Quando dite non viene rispettato il distanziamento è vero, infatti non è obbligatorio sui mezzi pubblici con obbligo di mascherina. Respingo con forza l’affermazione ‘ripartenza fallimentare’. Non è così. Proviamo a misurarci su cose concrete, invece che sulla propaganda”, ha dichiarato. “Stiamo cercando- ha concluso- in raccordo con le prefetture, di garantire il massimo dei controlli sui mezzi. Importate è anche il ruolo anche dei controllori che possono segnalare l’insorgere di situazioni delicate. Per il momento non le abbiamo riscontrate”.

(Andrea Perini)