POLITICA / Marco Rizzo, segretario del PCI, intervistato da MOW magazine: “Tra Fedez e Salvini, scelgo Gramsci”; PD? “il partito più conseguente del liberismo globalista”; Primo maggio? “Non si è parlato di lavoro”, Sindacati: “sponsorizzati da grandi forze del capitalismo globalizzato”
Milano, – Il segretario del Partito Comunista Italiano, Marco Rizzo, ha commentato su MOW (mowmag.com) l’attualità, la politica e gli ex compagni di partito: Bertinotti? “Fa il rappresentante di cachemire” mentre Bersani: “ha sciolto il Pci, dunque quelli come lui sono la causa di tutto”. Circa il contestato concerto del Primo maggio, dichiara al magazine lifestyle del gruppo AM Network: “Non si è parlato di infortuni sul lavoro, di disoccupazione, delle multinazionali che non pagano le tasse, delle grandi aziende italiane che hanno la sede legale in Olanda, delle spese militari”, sottolineando a mowmag.com il ruolo dei sindacati, organizzatori dell’evento: “se le grandi forze del capitalismo globalizzato non solo ti danno ragione, ma ti sponsorizzano, vuol dire non solo che hai sbagliato, ma che sei finito. E infatti è finita, se un concerto che dovrebbe richiamarsi ai valori del Primo maggio, quelli del lavoro, è sponsorizzato dalle banche”. Sul caso del marito di Chiara Ferragni, il segretario del Partito Comunista Italiano ha pubblicato su Twitter: “Tra Fedez e Salvini, io scelgo Gramsci”, con riferimento all’immediato sostegno da parte del PD e della sinistra alla personale inziativa del cantante: “È un segno di decadimento, di tradimento, di sconcezza”. Ricorda infatti Marco Rizzo che tale parte politica dovrebbe occuparsi di: “Lavoro. È un tema fondamentale. Oggi grazie alla tecnologia è possibile lavorare meno del passato per ottenere gli stessi risultati. La parola d’ordine dovrebbe essere «lavorare tutti e lavorare meno, per vivere meglio». Pane, pace e lavoro, queste, declinate in maniera contemporanea, sono le questioni fondamentali: tutte le altre sono armi di distrazione di massa che ben si addicono al Pd, il partito più conseguente del liberismo globalista”.