Tra le misure fondamentali su cui costruire il rilancio

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patuanelli

Ci sono senz’altro Transizione 4.0, il Superbonus 110% e la riforma del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. La prima dispiegherà i suoi effetti su un arco di tempo pluriennale e sarà un supporto fondamentale per gli investimenti delle imprese: sono state infatti alzate le aliquote dei crediti d’imposta, arrivando fino al 50% per i beni 4.0 e al 20% per gli investimenti in ricerca e sviluppo con un massimale innalzato a 4 milioni di euro d’investimento. Il Piano Nazionale Transizione 4.0 è già operativo, è stato già approvato dal Parlamento e sarà un’importante eredità che il prossimo Governo dovrà preservare e nel caso ulteriormente implementare per raggiungere la piena transizione tecnologica, ecologica e nel campo dell’innovazione.
Per il 110%, invece, continua la crescita degli interventi. Anche su questa misura, il MoVimento 5 Stelle
è stato lungimirante e ne ha chiesto l’estensione fino al 2023. Un obiettivo che il prossimo esecutivo può raggiungere. A gennaio, in particolare, sono praticamente raddoppiati i numeri, confermando un trend in costante crescita: oltre 3100 interventi per circa 340 milioni di crediti d’imposta prenotati, con cantieri disseminati in ogni parte d’Italia.
Un’altra componente fondamentale che ha permesso al Paese di reggere l’urto della pandemia è stata la riforma del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. Ad oggi contiamo quasi un 1,7 milioni di domande pervenute per oltre 136 miliardi di prestiti erogati con garanzia dello Stato. Anche questo asset dev’essere preservato, ulteriormente potenziato e reso pluriennale.
Dalla conferma di queste misure che sono già a sistema, e dalla messa a terra di un piano integrato di politica industriale che va dall’idrogeno e arriva al trasferimento tecnologico, passando per il potenziamento della filiera e della catena del valore, dipende una parte importante del futuro del Paese.