Trionfo dei comunisti a Patrasso: “Il comune nelle mani del popolo”

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La scorsa domenica (2 giugno) si è svolto il secondo turno delle elezioni amministrative in Grecia (1). Tra le città che andavano al ballottaggio vi era Patrasso, terza città del paese. Dopo che al primo turno il Raggruppamento Popolare (nome con cui il Partito Comunista di Grecia concorre alle elezioni amministrative), che candidava il sindaco uscente, Konstantinos Peletidis, si era imposto come prima lista, ottenendo il 40,6% dei voti, al secondo turno ha suggellato il trionfo, con un risultato di oltre il 70%. All’annuncio della vittoria del Raggruppamento Popolare, in città sono partite le celebrazioni, al grido di slogan come “il comune è rimasto nelle mani del popolo”.

Pelitidis rivolgendosi alla folla ha dichiarato (2): «Il popolo di Patrasso, oggi, con il suo voto si è assicurato la sua stessa vittoria. Affinché il comune rimanga nelle mani del popolo e continui il lavoro proletario. […] Uniti continueremo a combattere, ad ottenere conquiste e ad alleviare gli strati popolari. Combatteremo con i lavoratori, con i giovani uomini e donne, con i professionisti, con i lavoratori autonomi, con i contadini per ciò a cui hanno diritto. La lotta è lunga e difficile.»

Eletto sindaco per la prima volta nel 2014, nel precedente quinquennio Peletidis aveva attuato, pur nelle limitate possibilità di un’amministrazione comunale, delle politiche in favore delle classi popolari, in netta controtendenza rispetto a quelle dei partiti di governo. Tra le varie misure prese, il sindaco aveva garantito i pasti quotidiani a tutti i cittadini in condizioni economiche svantaggiate, anche attraverso l’apertura di apposite mense, la predisposizione di strutture addette alla distribuzione e la consegna a domicilio per quanti impossibilitati ad uscire di casa; anche nelle scuole è stata garantita a tutti gli studenti la colazione. Pelitidis ha inoltre ridotto le tasse comunali, aumentando al tempo stesso quelle per i grandi proprietari. Per quanto riguarda le politiche degli immobili, l’amministrazione comunale ha da una parte contrastato l’abusivismo, ad esempio interrompendo alcuni lavori delle autorità portuali per realizzare invece un parcheggio comunale, e dall’altra ha contrastato il degrado e la speculazione, requisendo un’area del porto oggetto di un contenzioso tra comune e stato e divenuta nel frattempo una discarica, facendone un parco pubblico. Altro esempio rilevante è stata la denuncia degli elevati costi di costruzione e dei ritardi nella realizzazione dell’autostrada Atene-Corinto-Patrasso, contestando al premier Tsipras anche gli aumenti dei pedaggi (tra andata e ritorno la tratta Patrasso-Atene è passata da 12,80 € a 23 € e l’attraversamento del ponte Rio-Antirrio a 27 €) quando i salari giornalieri medi dei lavoratori di Patrasso sono di 17 €.

Altra misura adottata dall’amministrazione di Patrasso è stata l’esproprio di ulivi e la creazione di un registro che permetteva alle famiglie meno abbienti di coltivarne e di produrre da essi olio. Altre importanti battaglie di Peletidis sono state il rifiuto dei vincoli imposti ai comuni dal patto di stabilità, disobbedendo alle direttive del ministero ed impedendo il licenziamento dei lavoratori comunali, l’organizzazione della Marcia dei Disoccupati nel 2016 e 2017 fino ad Atene, il contrasto ai fascisti di Alba Dorata, attraverso il rifiuto di concedere loro spazi pubblici e di fornire dati circa i bambini stranieri iscritti agli asili della città, e la rimozione della bandiera dell’Unione Europea dagli edifici comunali, in protesta contro le politiche antipopolari da essa promosse3.

Tutte azioni condotte con una linea di rottura col sistema e le istituzioni borghesi per cui è finito sotto processo dalle autorità giudiziarie e in collisione con il governo diretto da Tsipras, ma ottenendo sempre maggiore appoggio e consenso da parte dei lavoratori e delle classi popolari di Patrasso che lo hanno rieletto a grande maggioranza.

Il secondo turno delle elezioni amministrative ha inoltre reso ancora più evidente l’ipocrisia della sinistra di governo di SYRIZA, che nei restanti comuni in cui le liste comuniste erano giunte al ballottaggio (Chaidari, Kaisariani, Icaria e Petroupoli) ha sostenuto i candidati opposti a quelli del Raggruppamento Popolare, arrivando ad appoggiare anche candidati di destra insieme a Nuova Democrazia e PASOK. Emblematico il caso dell’Isola di Icaria, dove per sconfiggere il candidato comunista si sono coalizzati tutti gli altri partiti (Syriza, Nuova Democrazia, PASOK, Antarsya) e del comune di Kaisariani (periferia di Atene, noto per l’eccidio nazista di 200 combattenti comunisti) con il ministro delle Telecomunicazioni Nikos Pappas di Syriza che ha fatto pubblica chiamata al voto contro il candidato comunista.