Trivelle, Lacorazza: “Un accordicchio fra M5s e Lega”

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“Lemendamento tradisce il voto di milioni di cittadini che si sono recati alle urne il 17 aprile 2016, e traditi sono soprattutto i lucani, visto che in Basilicata si raggiunse addirittura il quorum”

“L’accordicchio raggiunto tra M5s e Lega sul cosiddetto emendamento trivelle è una sconfitta per i cittadini lucani. Il Piano delle aree che l’emendamento gialloverde introduce è in realtà la declinazione in legge di una delle proposte avanzate dalle Regioni referendarie, guidate dalla Basilicata. Il punto non è la proposta in sé, ma la formulazione della proposta che potrebbe per Regioni ed Enti Locali restringere gli spazi di partecipazione alla elaborazione del Piano in quanto si richiederebbe solo l’intesa. E se non si raggiunge l’intesa?”. Così il consigliere regionale Piero Lacorazza commenta l’accordo raggiunto dal governo in materia di autorizzazioni alla ricerca e alla coltivazione degli idrocarburi.

“L’emendamento – aggiunge Lacorazza – sospende i permessi di ricerca già dati; spero non si tratti di una trovata elettorale, in quanto in questo modo si va a toccare il legittimo affidamento delle multinazionali: perché non è stato fatto due mesi prima che venissero rilasciati i permessi nel Mar Ionio? D’altra parte è lo stesso emendamento a riconoscerlo, giacché nella relazione illustrativa allegata si stima in più di 470 milioni di euro la somma che lo Stato dovrà sborsare per far fronte alle richieste di risarcimento: quindi, da un lato il Governo prende con l’aumento dei canoni, dall’altro dà alle multinazionali. Di fatto, nel prevedere con legge che siano fatte salve le proroghe delle attività di estrazione già in corso, si predetermina una decisione sulla concessione Eni ‘Val d’Agri’, rispetto alla quale occorrerà vedere se la Regione sarà coinvolta. E se fosse passata la proposta dell’on. Rospi, cinquestelle lucano, di portare la titolarità dell’Aia a Roma? Non si può tornare indietro dagli accordi già conclusi; anzi è necessario impegnarsi per ridurre i rischi ambientali e far crescere le opportunità per i lucani. Questa è stata da sempre la mia posizione.
Tuttavia fa riflettere il fatto che il territorio subisce questa decisione a poco tempo di distanza di uno sversamento di greggio rilevante, in virtù del quale il Piano – se mai arriverà – potrebbe qualificare come non idonea quell’area: ma se anche così sarà, questo non toccherà la proroga automatica dei dieci anni nel frattempo concessa all’Eni”.