Ue: Bersani, lontano dai contratti prevale la politica. Logico il voto del M5S

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Voto 5 Stelle su von der Leyen: non sono rimasto molto sorpreso, perché la politica ha una sua logica. Di fronte a una candidata presidente della commissione che parla di piano verde di investimenti, di diritti sociali, che esplicitamente si rivolge a una sensibilità di tipo progressista, di fronte all’esigenza di mettere in chiaro se stai con l’Europa o con chi vuole spaccarla, in un luogo non condizionato da contratti e dalla gestione diretta del potere, le cose si mettono anche un po’ in libertà. Mi è sembrato abbastanza ovvio quel voto. Certo la cosa non è senza peso anche per le questioni nazionali, perché disvela l’arcano: siamo di fronte a due impossibilità, sia quella di andare a votare – perché nessuno vuole mollare il mazzo, sia quella di governare. È una situazione di stallo, pericolosa per il paese.
Salvini in Parlamento: c’è una buona ragione se Salvini non vuol venire: bisogna anche saper cosa dire se si viene in parlamento… Il parlamento non si occuperà di fatti giudiziari, ai quali penserà la magistratura, ma urgono risposte su un fatto politico grosso come una casa: emerge che stretti collaboratori del ministro degli interni cooperano con esponenti russi sulla base di una linea di scardinamento non solo della dimensione europea ma, pare di capire, anche delle posizioni Nato. È una situazione che non verrebbe tollerata in nessun paese. In qualsiasi altro paese, dalla Finlandia agli Stati Uniti all’Ungheria alla Francia all’Inghilterra, Salvini non sarebbe più ministro degli interni. Capisco che l’opinione pubblica nello scetticismo verso la politica ormai sia scettica anche sui grandi temi internazionali di prospettiva e di collocazione dell’Italia, e possa perfino non valutare, cosa sommamente disdicevole, che dopo questo episodio noi non siamo più credibili né affidabili per nessuno: né per i russi né per gli americani né per gli europei. Possiamo oggi parlare, l’ho detto con una battuta, con San Marino e Andorra. Questa è una cosa molto seria.
Conte: quando c’erano due presidenti del consiglio, Conte faceva il sottosegretario alla presidenza. Adesso ci sono due agit prop, gli tocca fare il presidente del consiglio. È matematica.
Riunione coi sindacati al Viminale: succedono cose che non hanno precedenti. Curioso che a sinistra qualcuno dia la colpa al sindacato: il sindacato se lo chiama il vicepresidente del consiglio ci va. Mica deve togliere lui le castagne dal fuoco al governo, è il governo che deve decidere se è uno o trino. Dopodiché è assolutamente disdicevole che un pezzo di governo presenti un programma che palesemente non è il programma di un altro pezzo del governo. Mentre l’Italia è in pieno downgrading industriale e dal punto di vista della sua posizione in Europa. Eravamo già nelle parti basse delle classifiche, ora siamo in fondo. Stiamo perdendo peso relativo nel contesto internazionale. Se ne vanno anche le figurine Panini, figuriamoci il resto: sulle figurine Panini sono molto sovranista. Avendo tre governi non ne abbiamo neanche uno. Arriverà il redde rationem della manovra, e lì si vedrà in quali difficoltà ci siamo cacciati.