Un eroe vero, un eroe italiano la cui memoria non andrà mai dimenticata

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I tedeschi avevano rastrellato ventidue innocenti perché due di loro erano morti in un attentato: dieci italiani per ogni tedesco era le regole. Ma quella volta ne avevano buttati in mezzo due in più.

A tutti loro fecero scavare, anche a mani nude, le fosse dove li avrebbero gettati dopo l’esecuzione. La disperazione aveva colto tutti i prigionieri, perché la morte sembrava ormai inevitabile.

Ma d’un tratto, incredibilmente, vennero tutti rilasciati. Tutti tranne uno: il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto.
Salvo aveva parlato con l’ufficiale tedesco in comando e si era preso la colpa dell’attentato, anche se non c’entrava niente. Sapeva che se i tedeschi avessero trovato il colpevole, non avrebbero potuto uccidere degli innocenti. E così fece: si prese lui la colpa.

I prigionieri rilasciati corsero subito via da quell’orrore. Ma uno di loro, il più giovane, Armando indugiò per vedere cosa accadeva. Vide il plotone schierarsi di fronte a Salvo, in divisa. Sentì le sue ultime parole: “Viva l’Italia”. Poi la scarica di mitra.
Moriva oggi Salvo D’Acquisto. Aveva 23 anni quando fu crivellato dai colpi nazisti per salvare ventidue innocenti.