Un fondo regionale per le aziende in crisi

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“Non vogliamo che ci siano altri casi Pernigotti, per questo stiamo lavorando ad un fondo che consenta alla Regione di acquisire temporaneamente quote delle aziende in crisi e che ci consenta di difendere le nostre imprese e i nostri marchi dai fondi esteri”. Queste le parole dell’assessore al lavoro Elena Chiorino in risposta al question time del consigliere di Luv, Marco Grimaldi che chiedeva quali azioni la Regione intenda mettere in campo per garantire sostegno ai lavoratori Pernigotti di Novi Ligure, anche oltre la scadenza della Cig.

“Domani al Mise – ha proseguito l’assessore – faremo presente che la Regione intende porre in essere tutte le misure che possono essere utilizzate per tutelare lavoratori e azienda. Siamo pronti ad accedere a contributi a fondo perduto per l’acquisizione macchinari e impianti, pensiamo all’utilizzo degli strumenti di sostegno della legge Marcora, ovvero il ricorso al worker buyout. Ovviamente tutto questo dipenderà dall’esito del tavolo che si terrà domani al Mise”.

“Un comportamento inaccettabile quello della proprietà turca Toksoz, sia durante la gestione della produzione sia nel corso delle trattative di cessione del marchio e dei rami industriali”– ha dichiarato il consigliere Grimaldi che ha proposto subito una commissione lavoro per immaginare il futuro dell’azienda e dei lavoratori.” Si sfrutta la fama del marchio Pernigotti e del made in Italy, delocalizzando la produzione in altri Paesi e utilizzando materie prime scadenti. Intanto i lavoratori (100 dipendenti, circa 80 interinali e i numerosi lavoratori dell’indotto sul territorio novese ed alessandrino) ricevono la cassa integrazione per cessazione dell’attività, che scadrà il 5 febbraio 2020 senza possibilità di rinnovo, perché la richiesta dei sindacati di usufruire della cassa per ristrutturazione aziendale della durata di due anni è stata rigettata. Mi pare che la proprietà abbia fatto la collezione degli atteggiamenti irresponsabili, adesso si ponga un freno e si salvino i lavoratori. Attendiamo dunque che l’assessore convochi al più presto la Commissione lavoro per riportare l’esito dell’incontro di domani al Mise e immaginare insieme le possibili soluzioni” .

L’azienda, simbolo della produzione italiana di cioccolato e torroni nel mondo, è passata nel 2013 dal gruppo italiano Averna al gruppo turco Sanset Food – Toksöz Group, che già nel 2015 ha chiuso il magazzino di stoccaggio di Novi Ligure per spostarlo a Parma. Nel 2018 ha comunicato formalmente alle organizzazioni sindacali l’intenzione di attuare un piano di completa chiusura dello stabilimento di Novi. Nell’agosto scorso sono stati siglati due accordi preliminari rispettivamente per la cessione all’imprenditore Giordano Emendatori del marchio “Maestri gelatieri” e delle relative strutture commerciali (21 dipendenti) e produttive (15), e per la reindustrializzazione della produzione di cioccolato e torrone attraverso la gestione produttiva a Novi di un unico soggetto aziendale, la cooperativa torinese Spes. Il 27 settembre scorso, a tre giorni dalla firma definitiva del contratto, la proprietà turca ha comunicato alla cooperativa torinese Spes il recesso dal preliminare, non avendo raggiunto un accordo definitivo con Emendatori.

Durante la sessione del question time è stata data risposta scritta anche all’interrogazione del consigliere Pd, Daniele Valle sulla promozione e il riconoscimento della lingua dei segni.