UN MIO PENSIERO SUI 5 STELLE

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bersani
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C’è chi mi chiede perché me ne stia zitto mentre tutti parlano. Sostanzialmente per non ripetermi. I 5 Stelle sono stati e sono certamente un problema per la sinistra. Un problema che comporta un’iniziativa politica combattiva e intelligente e un qualche ripensamento del profilo politico e programmatico della sinistra. Un problema dunque, ma non il problema. Ormai da anni il problema per la sinistra e per l’Italia è l’insorgere di una destra nuova, egemonica e regressiva. Purtroppo sinistra e centrosinistra (dico soggetti politici e costruttori dell’opinione) non hanno aperto gli occhi per tempo. Purtroppo si è preferito figurarsi un’alternativa generica e fallace fra responsabili e populisti. Purtroppo si è lasciata largamente incustodita la nuova questione sociale. La nuova destra si è così ritrovata su una strada larga e agevole. Così penso io, per il passato. E adesso?
Adesso che cosa si fa di fronte alla falsa partenza di una lunga legislatura? Che cosa si fa per uscire dal caos? Adesso ci vorrebbe il coraggio di alzare il tiro e di scandire con parole chiare una piattaforma di svolta. Parole chiare sui cambiamenti che si chiedono ai 5 Stelle, certamente. Ma parole altrettanto chiare su ciò che si è disposti a correggere dell’esperienza fatta fin qui dal centrosinistra. Un discorso chiaro e onesto, che possa dire qualcosa a quel vasto popolo nel quale hanno radici sia la sinistra e il centrosinistra sia una parte grande dei 5 Stelle. Un popolo che in questi mesi e anni (singolare che nessuno ne parli!) si è in gran parte allontanato sia dalle diverse forze del centrosinistra sia dai 5 Stelle e che ha dunque bisogno di novità vere.
In altre parole, o si prende questo tornante come un’occasione per una correzione di rotta da parte di tutti i protagonisti, o qualsiasi soluzione apparirà un arrocco difensivo, e la destra potrà rimanere protagonista nel paese. Sono certo che esistono le idee per un progetto nuovo, condiviso e con un tratto percepibile di discontinuità; quello che ancora manca è la possibilità di discuterne seriamente. Dunque si può fare! Ma c’è davvero la volontà di farlo, portando la politica fuori dai tatticismi, dal cabotaggio dell’autocelebrazione e dal cinico realismo degli scettici? Lo vedremo nei prossimi giorni. Se mancheranno il coraggio e la generosità, com’è legittimo temere, ci si rassegnerà al rito consolatorio di chi pensa di contrastare Salvini facendo quello che dice lui.”