Un No netto e deciso, senza se e senza ma

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Voterò indefettibilmente NO al Referendum per non assecondare lo sfascio dello Stato e delle Istituzioni.

Una deriva distruttiva partorita dall’antipolitica che vuole cancellare la memoria della nostra comunità, le sue tradizioni, i suoi riferimenti in un passato di ricostruzione e di speranza. Sostituendo la democrazia sostanziale e partecipata con la democrazia virtuale del web, imperscrutabile e occulta, gestita da mani sapienti che espungono i corpi intermedi della società e dello Stato dalla partecipazione diretta alla vita democratica.

Una politica che pretende una sorta di cambiale in bianco da incassare senza controlli.

Perchè non è questo il risparmio che si deve fare (0,97 centesimi all’anno a cittadino)

I 5S parlano di oltre 100 milioni annui, l’Osservatorio di Cottarelli ne ha contati circa 46.

Perchè non voglio commistioni tra senatori e consigli regionali.

Perchè per migliorare e rendere pulito ed efficiente il Parlamento non basta ridurre i parlamentari ma cambiarli scegliendo i migliori.

Perchè aborrisco l’idea di avere un Parlamento di designati dai capi partito, fedeli , proni e supini al loro volere.

Perché l’Italia non può essere consegnata da un manipolo di avventurieri scelti senza alcuna valutazione di merito: servono politici veri, colti e retti, competenti e responsabili, non politicanti d’accatto.

Perchè su quegli scranni si sono seduti persone come Einaudi, Degasperi, Moro, Fanfani, Saragat, Malagodi, Nenni, Berlinguer, Amendola, Pertini, La Malfa, Zaccagnini, Martinazzoli, Ciampi, Napolitano, Mattarella.

E spero che ci sia posto per farne venire altri come loro: la società è fucina di idee e senso del bene comune se si alimenta con lo studio, la cultura, la competenza, il senso di responsabilità.

Chi ha partorito questa idea orrenda di decapitazione della democrazia vuole cancellare il criterio di rappresentanza e il valore del mandato popolare.

Un parlamentare ogni 100 mila e più cittadini finisce per rappresentare solo se stesso.

Allontanando il Paese legale dal Paese reale.

Se passa il sì ci saranno aree del Paese non rappresentate in Parlamento, destinate alla emarginazione istituzionale e all’oblio della memoria e delle tradizioni che le caratterizzano. Si perderà il genius loci se non sarà tutelato in sede legislativa: pensiamo ad es. alle Regioni a statuto autonomo e alle minoranze linguistiche.

Si affievolirà la nostra identità nazionale fino ad annullarsi nel limbo dell’indistinto.

Non è vero che saranno scelti i migliori: la rappresentanza sarà blindata dagli ordini dei vertici dei partiti, si creerà una oligarchia autoreferenziale, una super-casta che esprimerà intrecci di potere lesivi dei principi Costituzionali.

Perché questa Costituzione è la migliore al mondo ed è costata il sangue dei nostri padri.

NO, centomila volte NO anche se temo che la narcosi della democrazia e la manipolazione delle informazioni ci renderà alla fin fine sudditi dei pre-protenti.

La proposta referendaria gioca sul pressapochismo, sul finto risparmio, sul luogo comune che la ‘quantità ridotta’ corrisponda alla ‘qualità selezionata’. Nulla di più falso.

Diminuendo solo i parlamentari non cambierà nulla, come ricorda prendendo posizione per il NO, il Direttore di Repubblica Maurizio Molinari, al pari di molti intellettuali e studiosi.

Confido che nel segreto dell’urna coloro che finora si sono espressi per il sì abbiano una sorta di moto di ribellione spirituale, un lampo di illuminazione che sappia mostrare loro la verità, che li convinca a non rinunciare alla speranza di far emergere la parte migliore dell’Italia, quella che alcuni partiti vorrebbero espungere per sempre per impadronirsi , in pochi, del nostro futuro.

Francesco Provinciali