Un processo culturale di salvaguardia, senza precedenti

0
67

tratto da “L’ultima fila in alto”

“L’ultima fila in alto”, titolo di un libro scritto da Gianluca Bordiga, il suo primo, che così si presenta in veste di scrittore. È un’autobiografia, ed è anche una narrazione, molto suggestiva. Inizia con la storia singolare della sua famiglia d’origine, quella paterna, cresciuta in epoca drammatica. Una narrazione che inizia dal 1925 e che man mano arriva a raccontare l’impegno pubblico dell’autore, iniziato nell’agosto 1985 e mai finito. Nella seconda metà, il libro racconta anche le vicende dei giorni nostri, che vedono Gianluca insieme ad altri affidabili collaboratori arrivare a mettere in movimento un processo culturale unitario per la salvaguardia dell’intero bacino idrografico del Chiese; un’impresa sociale senza precedenti, che si rivolge soprattutto agli abitanti dei 30 Comuni bagnati dal Fiume Chiese e dal suo Lago D’Idro, che del Fiume ne è un rilassamento morfologico. Questi 30 Comuni sono nei diversi territori di 2 Regioni, Trentino e Lombardia, 3 Provincie, Trento, Brescia e Mantova; l’asta fluviale, ad un certo punto si rilassa col suo lago, simile ad un fiordo. Asta che è lunga ben 160 chilometri, e porta a valle mediamente ogni anno circa un miliardo e trecento milioni di metri cubi di acqua; acqua di neve, acqua pura che scende dal versante trentino del ghiacciaio dell’Adamello. Eppure, ad un certo punto del corso fluviale, iniziando nel territorio di Calcinato, nella frazione Ponte S. Marco, in Provincia di Brescia, per quasi tutto il lungo tratto che tocca anche il territorio mantovano quest’acqua abbondante sparisce, viene derivata completamente attraverso dei navigli che la portano nelle immense campagne della alta e media pianura orientale lombarda, che irrigano utilizzando ancora la tecnica cosiddetta a scorrimento, idrovora; questo succede sin dai primi anni del ventesimo secolo. Quei tratti di fiume vengono desertificati, addirittura, durante alcune settimane d’estate, quelle della stagione irrigua, dalla mano di un Consorzio di bonifica che qui riesce anche a condizionare la pubblica amministrazione, ai vari livelli, e in tal modo vorrebbe mantenere quello status quo, cercando di far passare quel sistema irriguo come un fattore benefico per quelle terre; mentre la realtà è che così facendo provocano da decenni danni ambientali incalcolabili al Fiume Chiese; e fino al 2007 questi danni sono stati provocati per novant’anni anche al suo Lago D’Idro, che veniva gestito come fosse un mero serbatoio al servizio delle attività produttive, soprattutto agricole. Il processo culturale unitario della salvaguardia del bacino idrografico del Chiese messo in movimento concretamente nell’ottobre 2018 da nove formazioni sociali no-profit, operanti nei vari territori dell’asta del Chiese, oggi ne annovera diciannove di formazioni sociali, rappresentando così oltre millecinquecento persone impegnate in difesa di quell’ambiente, in difesa di ogni tratto del Chiese e del suo Lago. L’autore del libro “L’ultima fila in alto”, Gianluca Bordiga, è tra questi, ne è stato uno dei promotori del grande sodalizio unitario; il suo libro è anche una testimonianza diretta, anzi di più, è anche una visione di quel futuro che deve vedere soprattutto la gente attivarsi in difesa della terra in cui vive. La prima presentazione del libro è programmata per l’ultimo fine settimana di novembre, a Torino, presso Venaria.
Aruspex