Una società che lascia indietro chi ha più bisogno non può dirsi equa, né responsabile, né europeista

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Secondo i dati Eurostat riferiti al 2019 Campania e Sicilia sono le regioni europee a più alto rischio di povertà e di esclusione sociale. Oltre il 40% della popolazione vive con meno del 50% del reddito medio nazionale. Un dato drammatico che mostra tutto lo squilibrio economico e reddituale anche all’interno del nostro stesso Paese.
Tra i più colpiti, come sempre, i meno tutelati: giovani, donne, over 65.
Nel 2020 la crisi sanitaria e sociale non ha fatto che ampliare ancora le disuguaglianze, senza appello. Per citare anche solo un dato: il rapporto della Caritas
a fine anno stimava in un +153% le persone assistite al Sud.
Negli ultimi mesi il nostro Paese è venuto incontro, per quanto possibile, alle fasce più deboli. Non possiamo smettere di farlo, a prescindere dal Governo in carica. Non dimentichiamo chi vive in povertà, le fasce più fragili della popolazione, e il Sud. Non nascondiamo sotto il tappeto le esigenze di chi è in difficoltà.
La scadenza del blocco dei licenziamenti e quella sul blocco degli sfratti rischiano di essere una mannaia pronta ad abbattersi sulle persone più a rischio povertà.

Erasmo Palazzotto