Ungulati: interventi più veloci e corpi di polizia provinciale rafforzati

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Approvata a maggioranza la legge che mira a contrastare la presenza di fauna selvatica in ambito urbano. Modificate anche le procedure per le richieste di intervento da parte degli agricoltori

Firenze – Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza – a favore i gruppi di maggioranza e Movimento 5 stelle; astenuti Lega, Forza Italia e il consigliere Roberto Salvini del gruppo Misto – la legge che detta disposizioni urgenti per consentire alle province e alla città metropolitana di Firenze di avviare le procedure per il rafforzamento dei corpi di polizia provinciale e velocizzare il contenimento della fauna selvatica, in particolare per ridurre la sempre più frequente presenza di ungulati in ambito urbano. L’atto, che è giunto alla
discussione dell’aula dopo il passaggio in sede congiunta nelle commissioni Affari istituzionali e Sviluppo economico e rurale, è stato illustrato dal presidente di quest’ultima, Gianni Anselmi (Pd).
Anselmi ha ricordato che la legge, adeguandosi alla normativa nazionale, ridefinisce le funzioni della polizia provinciale e della polizia della città metropolitana di Firenze in materia di attività di controllo e relativamente a quei compiti in materia di caccia e pesca che sono strettamente funzionali alla vigilanza. La proposta prevede, per il triennio 2019-2021, un contributo regionale annuo per sostenere l’attività della polizia provinciale e della polizia della città metropolitana di Firenze. Per l’anno in corso sono previsti due milioni e 380mila euro.
Con la nuova legge si disciplina anche la procedura per il contenimento della presenza ungulati in ambito urbano, un fenomeno in crescita che è responsabile di molti incidenti stradali. Si prevede che il sindaco del Comune, in presenza di ungulati in ambito urbano, che costituiscono pericolo potenziale per la pubblica incolumità e la sicurezza della circolazione stradale, richieda alla Regione l’attivazione di interventi di controllo, indicando l’area per cui viene richiesto il controllo e i metodi ecologici e le misure deterrenti. Gli interventi di contenimento potranno essere effettuati prioritariamente tramite la cattura, ma si prevede anche il ricorso all’abbattimento. Si prevede inoltre che una quota di capi catturati o abbattuti possa essere destinata ad attività di beneficenza alimentare. Infine, ha sottolineato Anselmi, “viene semplificato l’iter con il quale gli agricoltori possono richiedere interventi tempestivi di controllo della fauna selvatica al fine di tutelare le produzioni ed è prevista una procedura informatizzata presso Artea, con l’obiettivo di garantire, a regime, l’intervento entro 36 ore dalla richiesta”.
“È una proposta di legge che mostra i propri limiti perché non interviene a monte del problema, cioè sul sovrannumero”, ha detto Roberto Salvini (Gruppo misto). Un sovrannumero, secondo il consigliere, “dovuto al fatto che sui due terzi del nostro territorio gli ungulati si riproducono troppo e nessuno li controlla, e poi si muovono sulle altre aree. Perché non si esercita la caccia di selezione? Eppure abbiamo in Toscana 80mila cacciatori e molti hanno seguito i corsi di abilitazione. Se non diminuisce il numero degli animali anche nelle aree protette e si ristabilisce il giusto equilibrio, non si risolverà mai nulla”.
Roberto Biasci (Lega) ha giudicato questo provvedimento “l’ammissione del fallimento degli altri provvedimenti regionali, compresa la cosiddetta legge Remaschi, che non ha prodotto risultati apprezzabili”. “Ogni giorno centinaia di agricoltori vengono gravemente danneggiati – ha detto Biasci – e gli ungulati causano moltissimi incidenti, anche mortali”.
Secondo Leonardo Marras(Pd), invece, “gli strumenti adottati, senza il contributo delle opposizioni che oggi si ergono a paladini, sono buoni e sono buoni i risultati ottenuti”. Il motivo ispiratore della legge, ha proseguito Marras, è quello di fornire strumenti per le aree urbane. E ha ricordato che la Corte costituzionale “ha già massacrato leggi regionali in cui il controllo viene dato ai cacciatori”. “Che cosa succederebbe – ha chiesto – se non fosse più possibile intervenire con i cacciatori ma solo con i vigili provinciali? Sarebbe una catastrofe. Per questo non si può parlare del tema in modo superficiale”.
Stefano Scaramelli (Italia viva) ha ribadito che “è stato fatto un buon lavoro” e che “la legge regionale è stata efficace sul contenimento, e oggi è necessario dare una risposta di fronte a episodi emblematici in cui i cinghiali passeggiano in città. Questa proposta di legge va a migliorare il quadro normativo”. Il consigliere ha poi espresso l’auspicio che, con queste premesse, nei prossimi mesi si lavori al piano faunistico venatorio.
“La ratio di questa legge – ha detto Irene Galletti (M5S) – è risolvere problemi che la Regione ha, a partire dall’inadeguatezza del numero degli agenti di polizia provinciale per le attività loro affidate. Far passare questa legge come una soluzione al sovrannumero degli ungulati è un’esagerazione”. “È dal 2015 – ha aggiunto la consigliera – che denuncio la mancanza del piano faunistico venatorio e sollecito la sua adozione. Serve questo e serve che la Toscana intervenga in Conferenza Stato-Regioni per intervenire sulla normativa nazionale, inadeguata”.
Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) ha spiegato che “il tema di fondo che ci vede d’accordo è il potenziamento, e il conferimento di maggiori fondi, alla polizia provinciale. E questo anche per materie come gli ecoreati”. Fattori ha poi ricordato che all’origine del sovrannumero degli ungulati c’è stato il desiderio dei cacciatori di avere prede a disposizione e di aver introdotto specie più prolifiche di quelle autoctone.
Per Jacopo Alberti (Lega) “i risultati della legge Remaschi sono alla vista di tutti, i cinghiali sono dappertutto. Ed è ovvio se ci sono 80-90mila abbattimenti, ma le nascite sono 120mila; le aziende agricole stanno chiudendo anche perché la Regione paga male e in ritardo i danni. Il problema non sono i cacciatori, che anzi devono essere coinvolti fattivamente”.
Maurizio Marchetti (Forza Italia) ha annunciato voto di astensione “che vuole essere un segnale positivo, perché credo che il provvedimento abbia una sua logica, ma quello che è stato fatto per combattere gli ungulati non è sufficiente, i numeri sono preoccupanti”. Per questo, ha concluso il consigliere, “ci aspettiamo altri provvedimenti”.
Anche Marco Casucci (Lega) ha insistito sul fatto che “la legge Remaschi non ha fatto quello che era necessario. Se la Toscana è una delle regioni con il maggior numero di ungulati di Europa un motivo c’è”. “La nostra è un’astensione critica – ha spiegato ancora il consigliere – affinché non si continuino a perdere le occasioni e si coinvolgano le categorie interessate”.
L’aula ha anche approvato a maggioranza due mozioni legate alla proposta di legge. La prima, firmata e illustrata da Leonardo Marras (Pd), impegna la Giunta, tra le altre cose, a monitorare e verificare l’attuazione di quanto previsto nel protocollo d’intesa tra Regione, Unione delle province e Città metropolitana di Firenze per il rafforzamento delle funzioni di polizia provinciale nelle materie di caccia e pesca e nella proposta di legge in oggetto.
La seconda, illustrata dal primo firmatario Marco Niccolai (Pd) e firmata anche da Leonardo Marras, Gianni Anselmi, Andrea Pieroni, Simone Bezzini, Lucia De Robertis (Pd), impegna la Giunta a valutare anche l’adozione di una legge per il controllo, nelle aree urbane, di piccoli volatili quali piccioni, storni e tortore.