Uno più Matteo dell’altro

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Sebbene molti si facciano ancora prendere in giro, il teatro della politica mette in scena films già visti, soliti raggiri, solite panzane. Persino il nostro celebrato estro nazionale non è più capace di artifici nuovi. Quelli che siamo costretti a subire, sono edulcorati, distorti da una stampa serva, sempre pronta a generare realtà inesistenti. Sfortunatamente la politica non è un consesso impersonale, ma è il collettore di molteplici condizioni umane: sociali, morali, psicologiche. Del Parlamento potremmo descrivere la sua composizione economica, civile, e… sanitaria. Potremmo descrivere il tipo psichico prevalente, e la persistenza di un tipo morale, di un tipo spirituale. E in questo momento, al cospetto di morbi endemici, per i politici auspichiamo che venga presto il tempo di affiancare ai certificati di sana e robusta costituzione (già previsti per i dipendenti pubblici), quelli di salute mentale e di assenza d’uso di stupefacenti. Agli elettori resterà solo (si fa per dire) il vaglio delle qualità morali e amministrative dei candidati, cosa di per sé già oltremodo ardua.

Emergere e durare sulla scena pubblica forse non è un’attività naturale, e può essere che coloro che sono investiti dell’incarico soffrano di qualche turba della personalità, che però lascia inalterati lo scilinguagnolo e la faccia tosta. La capacità di proporsi al pubblico difatti non è garanzia di salute mentale. Molti illustri politici del passato hanno riempito pagine di letteratura psichiatrica, ma solo dopo esser passati a miglior vita. Noi che siamo intrepidi, proviamo a riempire in vita se non proprio i testi di patologia, almeno una pagina del diario recente di due campioni nostrani. Tutto cominciò, manco a dirlo, il giorno successivo al 4 marzo 2018.

Allora, con la vittoria schiacciante di un partito nuovo, il centrodestra dalle ambizioni di prima forza, la tentazione diffusa di inciucio, e in cui nessuno voleva legittimare la vittoria dei 5 stelle, era esattamente stallo come ora. Ma ad un tipo psicologico a cui non fa vergogna scambiare un partito regionale per uno nazionale, dimenticare gli insulti e il razzismo verso una parte della popolazione, aizzarla contro un falso nemico esterno, istigarla contro la legge e l’ordine per garantirle legge e ordine, venne in mente di allearsi con i vincitori. Se uno è ladro, pensa di rubare. E Salvini pensò di rubare i voti al Movimento. Difatti passammo un anno e mezzo tra le ingiurie e le frottole della Lega. Poi, venne il giorno di tirare le reti. E se uno è un cretino, se si fa prendere in giro da un altro con la sua stessa patologia, se crede di poter trasformare da una spiaggia i sondaggi in potere reale solo confidando che il popolo italiano non capisce un tubo dei suoi maneggi, allora è un folle che non ha il sentimento della realtà.

Ma proprio grazie alle sue infermità, ce lo siamo tolto dai maroni. A quel punto, l’isolato e invidioso del PD volle fare di meglio. Costruì un governo, realizzò con transfughi un altro partito, e dall’interno della maggioranza e del governo cominciò a minacciare per rendersi visibile. Fino a quando non ha esagerato. E due! Fuori dalle palle anche Renzi. E a lui morbi e idiozie non ne mancano: disprezzo del bene comune, incapacità morale, impareggiabile autogollista. Entrambi i Mattei hanno voluto approfittare dei voti degli altri; tutti e due si sono attaccati alla responsabilità e agli impegni che altri avevano assunto di fronte al popolo italiano; l’uno e l’altro dopo essersi sfilati vogliono rientrare a tutti i costi. Se non è follia questa, ditemi voi cos’è. State attenti quando vi parlano di maggioranza numerica e non politica, perché di certi programmi politici l’Italia ne fa volentieri a meno.

Al contrario, la salute mentale e il bene comune continuano ad esprimersi attraverso il silenzio e la saldezza di un uomo normale, cioè sano, che ad ogni vorticare di pantano ha risposto con la parlamentarizzazione delle crisi, e la pacatezza della ragione.                                                                   (Giuseppe Di Maio)