Usa 2020, primi voti del Collegio elettorale per eleggere formalmente Biden

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I primi Grandi elettori degli Stati Uniti hanno espresso il loro voto per eleggere formalmente Joe Biden come 46° presidente della nazione. I tre rappresentanti del Vermont hanno votato per Biden e la vicepresidente Kamala Harris, mentre in Tennessee, 11 rappresentanti del Collegio elettorale hanno votato Donald Trump e il vicepresidente Mike Pence. E quattro voti del collegio elettorale del New Hampshire sono andati a Biden. Gli 11 dell’Indiana invece sono andati a Donald Trump. In seguito, per il Dem gli 11 voti dell’Arizona, i 16 della Georgia, i 20 della Pennsylvania e i 29 di New York. In Arizona riunione in località segreta per timore proteste Negli stati dove Donald Trump contesta la vittoria di Joe Biden sono state adottate particolari misure di sicurezza per proteggere i grandi elettori che si riuniscono per il voto del Collegio Elettorale. Ed in Arizona addirittura non è stato reso noto il luogo dove si è svolta la riunione, secondo quanto ha comunicato l’ufficio stampa del segretario di Stato. In Michigan, invece, sono stati chiusi al pubblico gli uffici di Camera e Senato a seguito di “credibili minacce di violenza” nei confronti dei 16 elettori che si riuniscono nella sede dell’Assemblea Legislativa. In Wisconsin i grandi elettori saranno scortati da agenti di polizia nell’edificio dell’Assemblea Generale attraverso un ingresso secondario. Come funziona il voto del Collegio elettorale Gli americani hanno votato per il loro nuovo presidente il 3 novembre, ma l’elezione vera e propria avverrà oggi lunedì 14 dicembre, quando si riuniscono gli elettori del Collegio che in base alla Costituzione ha il potere di scegliere il capo dello Stato. Il processo è tanto importante quanto considerato in genere scontato, ma quest’anno gli Stati Uniti vi arrivano in un’atmosfera politica, istituzionale e sociale del tutto diversa, sulla scia della battaglia lanciata da Donald Trump per mettere in dubbio la legittimità dell’elezione di Joe Biden. La Corte Suprema, respingendo il ricorso del Texas, appoggiato dallo stesso Trump, sembra aver chiuso la partita, se non la questione. Oggi i grandi elettori dovrebbero confermare senza grandi sorprese la vittoria di Biden. Ecco cosa sapere del Collegio Elettorale e della riunione. Quanti sono e chi votano In base alla Costituzione americana, ciascuno Stato dispone di un numero di elettori pari ai propri rappresentanti al Congresso. Il Distretto di Columbia ha tre elettori e viene considerato alla stregua di uno Stato. In tutto i grandi elettori sono 538. Eccetto Maine e Nebraska, gli Stati assegnano tutti i lori voti nel Collegio elettorale al vincitore del voto popolare nello Stato.In teoria, chi vince il voto popolare può perdere l’elezione, come accaduto nel 2000 (George W. Bush ha prevalso su Al Gore) e nel 2016, quando Trump ha conquistato la Casa Bianca malgrado Hillary Clinton avesse ottenuto tre milioni di voti in più nell’election day. Joe Biden ha vinto il voto popolare e conquistato 306 voti elettorali rispetto ai 232 di Donald Trump. Chi sono i grandi elettori In genere sono funzionari, politici o aspiranti tali, esponenti di lungo corso dei partiti. Il più anziano quest’anno è il 93enne “Pete” McCloskey, elettore di Biden, ma ex esponente repubblicano al Congresso, che nel 1972 tentò di candidarsi alla presidenza contro Richard Nixon. Dove e quando si riuniscono Il Collegio elettorale non si riunisce in un solo luogo, ma i delegati votano nelle capitali dei loro Stati. Il Nevada per i suoi 6 elettori ha convocato una riunione virtuale via Zoom, altri non hanno specificato. Siccome la Costituzione non indica un orario, ogni Stato lo fa in base a proprie decisioni e alcuni Stati proprio non forniscono orario, quindi il processo è spalmato su tutta la giornata. Le regole del voto I Grandi elettori non sono costretti per legge federale a votare per uno specifico candidato. Lo prevedono invece leggi a livello di Stato o formali promesse da firmare in 32 Stati e nel Distretto di Colombia. In caso di ‘cambio di casacca’, non tutti gli Stati prevedono sanzioni: ci sono leggi al riguardo in cinque Stati, con pene sino a un anno di carcere o multe sino a 1.000 dollari. Nella storia elettorale americana è accaduto che membri del Collegio elettorale votassero per un candidato diverso da quello che aveva vinto nel loro Stato, ma non è mai accaduto che questo cambiasse l’esito dell’elezione presidenziale. Ad oggi sono stati contati 165 elettori infedeli in oltre due secoli di elezioni. Cosa succede dopo il voto Gli elettori delegati votano separatamente per il presidente e il vicepresidente. I voti vengono registrati su un ‘Certificato di voto’ e un ‘Certificato di accertamento’ (lista dei candidati presidenziali) e vengono inviati al Congresso e agli Archivi Nazionali come documentazione legale dell’elezione presidenziale.