Vanessa Incontrada: “Il problema non sono gli uomini, ma la cattiveria di certe donne”

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“Questa cover per me è forse il momento più bello degli ultimi anni. Un punto d’arrivo che vede il mio corpo diventare un messaggio per le altre donne: affrontiamo una nuova bellezza. In un certo senso è come quando Colombo ha scoperto l’America in un luogo dove tutti pensavano finisse la Terra. Ecco, oggi dobbiamo cercare la bellezza dove tutti pensano che finisca”. La copertina di Vanity Fair che ritrae Vanessa Incontrada senza veli ha fatto il giro dei social, accolta da applausi per il messaggio di body posity che quello scatto voleva veicolare. Nell’intervista che si trova all’interno della rivista, l’attrice ha spiegato il perché della scelta, ricordando come si sia ritrovata al centro di critiche quando il suo corpo cominciò a cambiare.

“Nel 2008 è nato mio figlio Isal. La maternità, come peraltro succede a tutte le donne, trasforma il tuo corpo. E il mio si trasformò molto. Partirono le critiche. Critiche feroci. Critiche crudeli. Le parole che mi ferirono di più arrivarono da persone sconosciute. Ero delusa e disorientata: ma perché essere così cattivi?”

L’attrice ricorda il momento in cui tornò sulle scene con un corpo cambiato, sul set di uno spot pubblicitario. Nessuno dei vestiti che le avevano portato da provare le entrava. A quel punto scoppiò in lacrime. Fu l’abbracciò di Giorgio Panariello, con lei su quel set, ad aiutarla.

“Non lo scorderò mai. Arriva, mi abbraccia e mi sussurra parole così belle che ricorderò per sempre. L’abbraccio di Giorgio fu come quello di mia madre, lo stesso abbraccio che mi viene voglia di dare a me stessa quando riguardo certe apparizioni del passato.

Col suo corpo ha atto pace poco tempo fa, racconta, quando recitò un monologo in tv e ha “capito finalmente che la battaglia del corpo non riguardava più me, ma tutte le donne. E che se potevo mettere a disposizione di altre la mia esperienza, be’ era arrivato il momento di farlo”. La bellezza, dice la Incontrada, risponde ancora a canoni estetici antichi. E La colpa non sta nello sguardo degli uomini.