Veneto, per il lavoro femminile persiste il divario retributivo

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In Veneto nel 2017 il tasso di occupazione femminile si è attestato al 57,1 per cento. Ad aumentare è stata inoltre la presenza femminile nei ruoli apicali e nelle posizioni quadro, rispettivamente del 3,7 per cento e del 10,6 per cento. Nonostante ciò, però, resta il divario retributivo tra i due generi: un uomo con incarico dirigenziale infatti guadagna in media il 50 per cento in più di una donna con la stessa qualifica. Questi alcuni dei dati messi in evidenza nella pubblicazione “L’occupazione maschile e femminile in Veneto”, il report sulla situazione del personale e le pari opportunità nelle 1.047 aziende con oltre 100 dipendenti presenti nella Regione, curato dalla consigliera regionale di parità ed edito dalla Regione Veneto.

Il rapporto è stato presentato, analizzato e discusso il 22 luglio a Padova, al Bo, in occasione del pubblico confronto tra Università, Regione, Ispettorato interregionale del lavoro e rappresentanti del Ministero del lavoro. Il rapporto, che segue con cadenza biennale assunzioni, licenziamenti, passaggi di livello o di categoria, formazione e retribuzione nelle grandi aziende, dà la possibilità di definire un benchmark statistico per intervenire sule disparità di trattamento e per promuovere il principio delle pari opportunità.

Secondo il rapporto dell’International labour organization (Oil), la precedente crisi economica internazionale ha avuto pesanti ripercussioni su diverse categorie del mercato del lavoro e, tra esse quella delle donne. Negli anni sono infatti peggiorate le condizioni di parità di genere, con il conseguente aumento delle disparità in ambito lavorativo. La proporzione di lavoratrici con ruoli dirigenziali è poco cambiata negli ultimi 30 anni. Meno di un terzo dei dirigenti sono donne, nonostante esse tendano ad essere più istruite rispetto ai loro colleghi maschi.

Il report dell’Oil mostra, in generale, che l’istruzione non è la causa principale dei bassi tassi di occupazione e della bassa retribuzione delle donne, ma piuttosto che le donne non ricevono gli stessi vantaggi e benefici legali ai livelli d’istruzione degli uomini. Coloro che sono madri, ad esempio, sperimentano uno svantaggio salariale dovuto appunto al ruolo, alla condizione, una “penalità” che si ripercuote su tutta la vita lavorativa.