Venezuela: opposizione dice no a elezioni del 6 dicembre

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C’è agitazione politica in questo momento a Caracas, in Venezuela. I partiti dell’opposizione hanno rivolto un appello a tutti i settori sociali e politici del Paese a costruire “una nuova offensiva democratica”, decidendo nel contempo “all’unanimità” di “non partecipare alle frodi elettorali indette dal regime” per il voto del 6 dicembre che si propone di rinnovare l’Assemblea nazionale. In un manifesto in cui si ufficializza il no alle elezioni legislative, segnala il quotidiano El Nacional, i leader politici oppositori spiegano di voler respingere “tutti gli attacchi e le violazioni commesse dal regime di Maduro contro il diritto di voto”. Nella presa di posizione, si ribadisce il sostegno all’autoproclamato presidente ad interim venezuelano, Juan Guaidó, e si chiede inoltre alla comunità internazionale di respingere i risultati di questo processo elettorale che viola i principi democratici. Fra i 27 partiti firmatari si trovano anche i quattro più importanti del Venezuela: Voluntad Popular (di cui faceva parte Guaidó prima di autoproclamarsi presidente ad interim), Acción Democrática, Primero Justicia e Un Nuevo Tiempo. Dopo aver riproposto le dieci imprescindibili condizioni per poter organizzare elezioni “libere, giuste e competitive” in Venezuela, i partiti oppositori sottolineano che le procedure applicate dal governo in questi mesi per arrivare al voto di dicembre “sovvertono l’ordine costituzionale e legale, e annullano qualsiasi possibilità di considerare il processo convocato come un processo elettorale”. Da parte sua Henri Falcón, dirigente nazionale del partito Avanzada Progresista e appartenete ad una minoranza oppositrice che ha scelto di trattare con il governo, ha affermato in contrasto con il documento pubblicato dall’opposizione, che “il voto è l’unico modo per ottenere un cambiamento politico nel Paese”. Per Falcón invece l’astensione non contribuisce ad alcun cambiamento: “Il Patto per salvare il Venezuela richiede astuzia, intelligenza, accordo. La forza del voto fa cadere il governo, l’astensione lo fa aggrappare al potere”.