Venti di guerra, la durissima condanna delle sinistre sindacali: “Omicidio di Soleimani è un atto di terrorismo”

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I venti di guerra agitano le sinistre sindacali. Che tuonano contro Donald Trump in due distinti comunicati – diffusi nelle scorse ore – in cui condannano duramente l’omicidio del generale Qassem Soleimani: “Un atto di terrorismo”, commentano, definendo “incredibile” l’opera “di distruzione del potente Presidente degli Stati Uniti”. Parole che pesano come macigni e che probabilmente interpretano lo sgomento dei lavoratori e dell’intera società italiana di fronte all’incredibile “aggressione” americana contro l’Iran. Parole che arrivano dalle aree della sinistra del primo sindacato italiano, la Cgil: “L’Amministrazione Trump – scrivono Giacinto Botti e Maurizio Brotini, esponenti dell’area Lavoro e Società Cgil e membri del direttivo nazionale – con un atto di terrorismo, assassinando uno dei massimi esponenti militari dello stato iraniano e un comandante di milizie inquadrate nell’esercito regolare irakeno, ha di fatto dichiarato guerra all’Iran distruggendo con la violenza tutti gli sforzi diplomatici per preservare gli accordi internazionali con l’Iran, accordi che gli Stati Uniti stessi avevano denunciato e cercato di far saltare, contro la volontà della comunità internazionale, della Cina, della Russia e dell’Unione europea”.

“Il Governo italiano – continuano Botti e Brotini – si dissoci dalla politica bellicista degli Stati Uniti d’America e operi nelle sedi internazionali, Nazioni Unite, Unione europea, Alleanza atlantica per far prevalere la linea del dialogo e della coesistenza pacifica. Non consenta l’utilizzo del proprio territorio nazionale per operazioni di guerra non condivise. Agisca nel consesso europeo per una posizione comune che respinga la politica bellicista statunitense e mantenga la linea del dialogo con l’Iran. Evitare l’allargarsi dei conflitti, far vivere una cultura della pace e del dialogo, conformemente alla nostra Costituzione democratica che ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali: anche il movimento sindacale e la Cgil – concludono i due dirigenti sindacali – possono dare un contributo coerentemente con la propria storia e cultura”.

Non meno duro il comunicato dell’altra area sindacale di sinistra interna alla Cgil, “Democrazia e Lavoro”: “Con l’uccisione del generale iraniano Soleimani – recita la nota del coordinamento nazionale – vengono di colpo inceneriti i delicati rapporti diplomatici con larga parte dei paesi arabi, la ventata di rivendicazioni manifestatesi in Iran, la stabilizzazione di un settore geografico sempre molto complesso che vede come centri nevralgici Iraq, Afghanistan, Iran. L’azione voluta da Trump ha davvero dell’incredibile e nemmeno la teoria del rafforzamento politico ad uso interno del presidente americano può avere valore se si considerano i pericoli complessivi dell’innesco di una grave crisi mondiale. Spiace poi dover constatare certa inadeguatezza di organismi internazionali quali Onu e Nato, le cui regole di funzionamento o gli stessi assetti di governo vengono stravolti da cotanta e unilaterale prepotenza militare.Europa e Italia dovrebbero fare sentire maggiormente la propria voce”.

Voci di condanna si levano anche da alcuni territori potenzialmente esposti alle dinamiche belliche. La Cgil di Livorno, il cui territorio ospita la base americana di Camp Darby e un porto che è spesso crocevia di materiale militare, assieme ad Anpi e Arci, stigmatizza “il ruolo di Camp Darby, il più grande deposito di mezzi militari e armamenti al di fuori degli USA” che “appare grave anche in questo scenario”. Per Cgil, Anpi e Arci di Livorno “con Trump è ancora più evidente la gravità dell’aver ceduta la sovranità di un pezzo di territorio italiano, le cui attività sono classificate come segreto militare, impedendo anche la diffusione dei piani di sicurezza per le popolazioni residenti nelle vicinanze. Livorno non può restare muta mentre avvengono atti di una gravità irreparabile. Chiamiamo istituzioni, cittadini, lavoratoria una grande mobilitazione. Le armi verso il Medio Oriente e l’Africa passano dal nostro porto. Le mani dei nostri lavoratori aiutano il traffico di armi. Adesso è l’ora di dire basta”.

Dai vertici della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici Cgil, interviene Michele De Palma, segretario nazionale delle tute blu: “Il presidente americano Trump non è un pazzo”, scrive De Palma. “Interessi economici hanno hanno armato l’omicidio del generale iraniano a Baghdad. L’insicurezza, l’instabilità e L paura sono armi politiche per politici senza scrupoli. In Italia Salvini ha applaudito a proposito di politici senza scrupoli. Quando sei in difficoltà di consenso trova un nemico. Trump come Salvini usano la paura come ricatto. Il problema è che gli altri balbettano, balbettano, balbettano”.

Inoltre, De Palma ha criticato le dichiarazioni di Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, che ieri ha benedetto l’attacco di Trump agli iraniani dalle colonne del Corriere della Sera. “È chiaro – commenta il sindacalista – che in un Paese serio un uomo di Stato che rilascia dichiarazioni di questo tipo lo fa in due sole condizioni: in consonanza con il governo o in aperta rottura. Inutile dire che nel secondo caso non potrebbe ricoprire un minuto dopo lo stesso incarico”.

Fortebraccio News