Vincere sì. Ma prima ancora vogliamo convincere

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Ci siamo incontrati con i candidati delle liste della nostra coalizione. Più di cento. Una grande squadra.
Ma il nostro primo obiettivo non devono essere i voti. Deve essere costruire una nuova Liguria. Questo dobbiamo dire ai cittadini, che sono persone prima che elettori.
Noi proponiamo un nuova visione della sanità, anzi, della salute. Un grande progetto che punti sulla sanità pubblica. Un modello che garantisca a tutti i trattamenti migliori. Un progetto che valorizzi i medici di base, che crei la figura del l’infermiere di quartiere (e di frazione nei paesi dell’entroterra). Una sanità che punti sulla prevenzione, su ambulatori diffusi sul territorio, su consultori e servizi di qualità per i disabili e per chi soffre di qualsiasi forma di disagio. Noi vogliamo ridare dignità a medici, infermieri e a tutti i professionisti della sanità.
Noi puntiamo su un rapporto nuovo con l’Ambiente che è la nostra prima risorsa. Perché mai come oggi la tutela dell’ambiente può portare risorse, finanziamenti. Lavoro. Noi vogliamo dare una vocazione all’economia ligure che deve puntare sulle imprese verdi capaci di attirare miliardi di finanziamenti europei, di sviluppare la ricerca, di riutilizzare – anche grazie a incentivi – le aree dismesse nelle nostre città.
Oggi è possibile. Sì, oggi finalmente possiamo dire basta al consumo del territorio e dare lavoro alle imprese dell’edilizia che potranno specializzarsi nel recupero di periferie e borghi storici.
Noi vogliamo puntare sui parchi naturali creando il parco nazionale di Portofino che porterà 20 milioni di finanziamenti, creerà centinaia di posti di lavoro. Nascerà così un sistema di aree protette unico nel Mediterraneo, che si unirà con il Parco delle Cinque Terre e con quello di Montemarcello, Magra, Vara. E avrà davanti a sé in mare il Santuario dei Cetacei.
Ambiente, turismo, lavoro. Difesa della nostra identità, anche. Perché non ha senso portare 5 milioni di turisti in dieci comuni della Liguria. Bisogna portarne 10 milioni in tutti e 230 i nostri comuni. Cosi scopriranno i Mirò a Sassello, il Bruegel in val di Magra.
Soltanto così daremo lavoro, recupereremo il nostro patrimonio culturale e faremo vivere i piccoli paesi dell’entroterra.
Così salveremo l’anima della nostra regione.
Ambiente, lavoro, cultura. Senza dimenticare la difesa del suolo e la lotta per il riassetto idrogeologico. Possono, devono stare insieme. L’occasione e le risorse adesso ci sono. Noi dobbiamo metterci coraggio e visione.
Noi vogliamo anche sviluppare i collegamenti. Vogliamo realizzare le opere utili senza cacciare via denaro. Abbiamo 21 progetti da realizzare in tempi brevi, dal raddoppio della ferrovia a Ponente, al nodo ferroviario genovese, passando per la linea Genova-Milano. Poi il raddoppio della Pontremolese. E le strade: l’Aurelia a Levante e a Ponente. Il tunnel della Fontanabuona. Intanto recupereremo le strade, le renderemo sicure e percorribili ogni mese dell’anno.
Collegamenti fisici e virtuali. Che oggi sono altrettanto importanti. Noi dobbiamo garantire che ogni zona della Liguria, anche la più inaccessibile, sia raggiungibile dal telefonino e dalla TV. Di più: ogni casa, anche la cascina più remota, sarà raggiungibile da internet veloce. Così sarà possibile il telelavoro. Così la rete potrà essere utilizzabile anche per le attività più tradizionali, perfino per l’agricoltura.
C’è un filo conduttore che lega tutto questo: un’idea della persona e del rapporto con il mondo in cui viviamo. Un progresso e uno sviluppo che consentano a tutti di vivere meglio. E alla nostra regione di essere un modello per un futuro diverso. Basta essere fanalino di coda in ogni classifica. Basta.
A questo vogliono essere fedeli tutti i nostri candidati. Prima ancora che ai partiti che ci sostengono, prima che agli schieramenti dobbiamo essere fedeli a un patto che abbiamo fatto con noi stessi. E con la Liguria.
Noi vogliamo coinvolgere chi vive con noi in questa terra. Abbiamo un grande progetto, insieme possiamo farcela. Vincere non serve senza convincere”.