Dall’inizio del 2021 sono state 103, una ogni tre giorni; solo il 27 per cento delle donne denuncia e una vittima su tre è a reddito zero”. Ad affermarlo è Maddalena Cialdella, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell’associazione Aires Onlus che si occupa di prevenzione e trattamento del disagio in età evolutiva, affidi e relazioni familiari, adolescenti, abusi e femminicidi.
“Le incertezze su lavoro e salute dovute alla pandemia, la necessità di ridurre i contatti sociali e il disagio per la condivisione degli spazi ristretti di casa -aggiunge la psicoterapeuta- hanno esacerbato le situazioni di violenza così alla pandemia da Covid si è affiancata la pandemia della violenza, frutto della pandemia dell’ignoranza, perché la violenza è il sintomo di una cultura che non prevede la tolleranza”.
“I mesi che abbiamo alle spalle hanno inciso in modo ambivalente sulle relazioni familiari e di coppia – continua la Cialdella- Ci sono situazioni in cui le persone sono riuscite a rinegoziare i rapporti e a riformulare i conflitti intrafamiliari cogliendo la chiusura forzata dentro casa come una opportunità. In altri casi, lo spazio vitale ristretto e la vicinanza quotidiana hanno esacerbato relazioni già distorte mettendo a nudo difficoltà pregresse. La mancanza di un supporto sociale, parentale e istituzionale adeguato è sicuramente uno degli elementi che maggiormente concorrono a frenare la ribellione. Le vittime si trovano sole, impaurite dalle continue minacce del partner, senza la certezza di una via di fuga concreta e quindi la strada della denuncia è piena di ripensamenti”.



