Violenze sulle galline e truffe ai consumatori

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Il nuovo video diffuso da Essere Animali mostra terribili violenze sulle galline allevate a terra, in particolare durante il momento del carico e il trasporto. Vengono lanciate, prese a calce, scaraventate nelle gabbie sui camion, afferrate per le zampe e utilizzate per colpire gli altri animali. Ciò accade sia quando raggiungono l’età fertile e sono spostate in capannoni predisposti alla raccolta delle uova, sia quando sono mandate al macello.

Un’operaia dell’allevamento di Castrocaro è stata filmata mentre afferma che i topi nidificano dove le uova vengono concentrate prima di essere inviate al distributore. Nell’allevamento a San Zaccaria invece, nel periodo di indagine, le uova erano marcate come biologiche, nonostante le galline non potessero accedere ad un’area esterna. Si tratta di una truffa ai consumatori, per legge infatti le galline allevate con metodo biologico devono trascorrere almeno un terzo della loro vita all’aperto.

“L’azienda agricola”, dichiara Essere Animali, “ha venduto queste uova al Gruppo Sabbatani, un noto produttore nazionale.”

Ad essere drammatiche però, secondo l’organizzazione, non sono solo le immagini delle illegalità e delle violenze degli operatori, nei cui confronti è stata presentata una denuncia per il reato di maltrattamento di animali, art. 544 ter c.p., anche in relazione all’ipotesi di numerose violazioni alle prescrizioni del D.Lgs n. 146/2001 sulla protezione degli animali negli allevamenti e al D. Lgs. n. 267/2003 sulla protezione delle galline ovaiole, ma anche le scene che mostrano migliaia di galline allevate a terra, una tipologia di allevamento consentita in cui le galline non sono rinchiuse in gabbia ma all’interno del capannone, senza la possibilità di accedere all’aperto.

“Anche mantenendo la densità prevista dalla legge di 9 animali ogni mq, il sovraffollamento negli allevamenti a terra è evidente. In queste condizioni si rende necessario il debeccaggio, la mutilazione dell’estremità del becco, effettuato per limitare la plumofagia, una patologia che porta le galline a strapparsi le penne o a rivolgere l’aggressività verso le proprie compagne e che può causare anche la morte. Il nostro investigatore ha filmato diversi animali privi di numerose piume e la cella frigorifera piena di cadaveri”, sostengono i responsabili di Essere Animali.

Queste immagini seguono la diffusione di un primo video pubblicato dall’organizzazione e ripreso anche in un servizio del Tg3 del 7 ottobre 2019, realizzato all’interno di un allevamento di galline in gabbia situato a Verghereto (FC), di proprietà della stessa azienda agricola. Il filmato, oltre a mostrare violenze degli operatori e l’uccisione delle galline malate, colpite più volte con un bastone e lasciate agonizzare per diversi minuti, documenta le condizioni dell’allevamento in gabbia, il sistema più diffuso in Italia e da cui provengono oltre il 50% delle uova prodotte nel nostro paese. Per legge in gabbia ogni gallina dispone di uno spazio poco più grande di un foglio da fotocopie, mentre le zampe sono a continuo contatto con il pavimento di rete metallica.

“Si tratta di una tipologia di allevamento crudele che andrebbe vietata. Gruppi alimentari e produttori possono da subito chiedere ai propri fornitori di dismetterla”, afferma Essere Animali.