Vono: “Il Porto di Gioia Tauro è un punto di riferimento per tutto il Sud”

0
60

Per la natura strategica riconosciuta anche in ambito nazionale. il Porto di Gioia Tauro può e deve ancora essere il punto di riferimento per la crescita e lo sviluppo del Mezzogiorno e snodo nevralgico per la logistica internazionale. Dobbiamo impegnarci affinché questo Hub portuale sia considerato insieme e alla stregua dei porti di Trieste e di Genova. Il mondo politico, e non solo, deve intervenire con azioni puntuali e concrete, perché dare la visibilità e riconoscere l’importanza al porto, apre la porta allo scambio con nuovi mercati internazionali aumentando, di conseguenza, la capacità di dialogare e attrarre investimenti di un certo livello e quindi aumento di capitale; le occasioni di lavoro con crescita occupazionale e nuove imprese e start-up per l’inserimento lavorativo dei giovani calabresi; i servizi di qualità per accrescere la competitività.

Ad oggi il Porto di Gioia Tauro è solo, o almeno così viene pensato da un punto di vista molto miope, un porto di transhipment e, ciò, non sarebbe nemmeno negativo ma assume tale connotazione nel momento in cui abbiamo come dato certo le perdite registrate nel corso degli anni e che hanno fatto perdere il ruolo di primo porto di transhipment del Mediterraneo. È chiaro che sul transhipment bisogna lavorare per un ampliamento dell’offerta e per creare un’interconnessione con la possibilità di far approdare non solo i traghetti ma anche le navi Ro-ro consentendo lo sbarco degli autotreni da mettere poi su rotaie e permettere a Gioia Tauro di rientrare nelle tratte trasportistiche medio-lunghe europee oltre a sviluppare aree cantieristiche operative in settori nevralgici della nostra economia. È importante considerare, inoltre, l’area ZES che dev’essere vista come opportunità di crescita e sviluppo e non unicamente come modalità di risparmio di economie. Attorno alla ZES dev’essere creato un dibattito politico che coinvolga le forze produttive e intellettuali del territorio affinché l’istituzionalizzazione non rimanga sulla carta per chiedere oboli. Adesso è cruciale coinvolgere le imprese e invogliare i colossi mondiali ad investire in Calabria ed è necessaria una svolta anche nel modo di presentazione della nostra Regione e del nostro porto.

Ricostruire una reputazione non è facile ma dobbiamo essere convinti per primi noi calabresi e guardare oltre lo spettro delle inchieste malavitose per ribaltare lo schema e attuare il vero contrasto alle presenze mafiose con la discesa in campo delle nostre eccellenze di cultura, turismo, Università, mondo agricolo e settori imprenditoriali e soprattutto giovani che possano riabilitare l’immagine di una regione e di luoghi particolari, come appunto il Porto di Gioia Tauro e tutta l’area circostante, con nuove idee e proposte lungimiranti.

La ZES è un altro punto da cui partire per il rilancio del porto di Gioia Tauro anche realizzando il piano di sviluppo strategico della ZES Calabria da integrare non solo con la pianificazione del porto ma anche con il piano regionale dei trasporti. Gli interventi previsti nel documento di sviluppo dell’area logistica integrata di Gioia Tauro sono diversi e tutti utili e necessari ma credo che, a parte l’individuazione delle risorse, che non è cosa di poco conto, e su cui si deve insistere, soprattutto ora che abbiamo qualche possibilità effettiva, per indirizzare meglio la destinazione delle risorse esistenti e di quelle che sono in previsione, sia necessario anche capire quali siano gli interventi prioritari su cui progettare e pianificare per il raggiungimento degli obiettivi condivisi e da condividere. Mi riferisco, ad esempio, al miglioramento, o meglio, ad un progetto serio per il retro porto, alla realizzazione di un bacino di carenaggio necessario per garantire ogni attività di manutenzione o riparazione per le navi portacontainer di transito nel Mediterraneo, ai collegamenti rapidi alla rete viaria, al gateway ferroviario, lavorando ad un adeguamento del materiale rotabile ai nuovi sistemi e soprattutto comprendendo che – se ci accontentiamo di un’alta velocità light – sarà difficile vedere interventi reali per le nostre ferrovie.

Sebbene il Commissario Straordinario Agostinelli abbia portato avanti il suo ruolo con molta capacità e in un’ottica di sviluppo del porto riparando con intelligenza e competenza a molte situazioni critiche, ritengo sia arrivato il momento di concludere la fase di commissariamento per procedere a breve alla nomina del Presidente dell’autorità portuale, per cui, presso il MIT, è in corso la valutazione dei profili, che possa lavorare tranquillamente valutando anche le questioni ordinarie con tranquillità.