Welfare. Paruolo (Pd): “Sostenere le case-famiglia e migliorare l’accoglienza dei minori”

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Adozione - infanzia - bambini - genitori - famiglia Foto Romano Magrone. Archivio Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento

Con la risoluzione si vuole evitare l’allontanamento dalla famiglia di origine e arrivare a un sistema di accreditamento e di armonizzazione dei contributi, sostenuto da Regione e Comuni, per maggiori tutele dei diritti di chi è accolto

Prevenire l’allontanamento dei minori dalla famiglia d’origine, valutare le modalità, gli standard e i range di costi di produzione/tariffe per arrivare a un accreditamento del sistema di accoglienza, sostenuto da Regione e Comuni, per consentirne la maggior qualificazione a tutela dei diritti delle persone accolte, aiutare gli enti locali nei progetti di affidamento familiare e sostenere l’accreditamento e l’armonizzazione dei contributi per chi accoglie con un sostegno adeguato.

Sono questi i punti principali di una risoluzione presentata alla Giunta dal consigliere Giuseppe Paruolo (Partito Democratico) e siglata da altri dieci dem.

L’atto di indirizzo insiste sul sistema di accoglienza dei minori e ricorda la delibera di Giunta del 2020, che ha recepito le indicazioni di due commissioni di inchiesta sulla necessità di un percorso di qualità nella tutela dei minorenni e sull’implementazione delle metodiche di prevenzione dell’allontanamento. L’obiettivo è “la qualificazione del sistema di accoglienza e cura dei minorenni, con particolare riferimento ai ragazzi seguiti dai servizi territoriali, collocati in affidamento familiare o comunità”.

Alcune associazioni di accoglienza, afferma Paruolo, criticano la procedura della Asp Città di Bologna per un accordo quadro con più operatori, “finalizzato all’affidamento del servizio di gestione di accoglienza presso strutture in regime residenziale e semiresidenziale di minori di madri e padri con figli minori e sostegno alle responsabilità familiari”.

Le associazioni sono state critiche sulla sostenibilità dell’impianto economico, sul fatto che “i minori già inseriti in comunità che non hanno sottoscritto l’accordo quadro sarebbero trasferiti in strutture che invece l’hanno sottoscritto, ciò che risulterebbe contrario all’interesse del minore, in quanto potenzialmente lesivo del suo diritto alla continuità affettiva, sulla gestione degli incontri dei genitori con i figli, che viene rimessa alle strutture residenziali, mettendo così in conflitto tra loro i due ambiti familiari del bambino oltre che sul sistema di dimissioni del bambino, sulla richiesta di fideiussioni bancarie, sull’obbligo di accogliere il minore solo in base al criterio del posto vuoto e pena sanzioni, protocolli complessi e, infine, sull’obbligo di partecipare a un numero considerevole di bandi per poter collaborare con gli enti del territorio, visto che ogni ente fa il suo”. Nella risoluzione, si afferma poi che il tavolo regionale per l’accoglienza dei minori “potrebbe utilmente occuparsi di realizzare un’anagrafica regionale che censisca le realtà e costituisca una sorta di accreditamento, nei termini che andranno messi a fuoco nel corso dei lavori”.

L’atto di indirizzo è stato firmato anche dai consiglieri Francesca Maletti, Ottavia Soncini, Marcella Zappaterra, Marco Fabbri, Luca Sabattini, Lia Montalti, Antonio Mumolo, Massimo Bulbi, Manuela Rontini e Katia Tarasconi.

(Gianfranco Salvatori)