Tutta l’Italia ha perso un figlio, un bravo ragazzo pieno di sogni, al quale è stato strappato il futuro. Perdere un figlio in modo così crudele e ingiusto è un dolore che non passerà mai. E solo una sentenza all’altezza della gravità dell’omicidio potrà forse alleviare, almeno un po’, quella sofferenza.
Possiamo dire quel che vogliamo sui suoi presunti assassini, ma se i giudici confermeranno le loro responsabilità e l’aggravante razziale, toccherà a ciascuno di noi tirare le somme e interrogarci su che tipo di società stiamo cementificando, una società nella quale non c’è spazio per la pietà, ma soltanto odio verso il prossimo.
È davvero questo che vogliamo per noi stessi e per i nostri figli?
