Xylella, la Piana degli olivi monumentali è in grave pericolo

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La Piana degli olivi monumentali, minacciata dalla Xylella, rischia in un tempo non quantificabile ma certo non lungo di scomparire. Una delle risorse paesaggistiche più belle non solo della Puglia ma dell’intera Penisola viene messa in discussione dall’avanzata del batterio, ma anche dalla difficoltà del sistema politico di intervenire con provvedimenti tempestivi. Questo l’allarme scaturito dal talk su “Le buone pratiche e l’innovazione a salvaguardia della piana degli olivi monumentali da Xylella fastidiosa”, organizzato dall’Associazione regionale tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra).

“Per contrastare la Xylella nella Piana degli olivi monumentali non abbiamo altro da fare se non la lotta al vettore attraverso il controllo delle infestanti e l’eliminazione delle piante infette – ha dichiarato Franco Nigro, docente dell’Università di Bari –. Dalla ricerca si pretende la risposta risolutiva, senza considerare quanto ha fatto la ricerca in appena sei anni sul rapporto fra pianta, patogeno e vettore e riguardo agli aspetti epidemiologici”. “Manca la risposta risolutiva per il contenimento del batterio – ha aggiunto Nigro – ma considerando il lavoro compiuto in alcuni decenni dalla ricerca americana, è già tanto che in breve tempo siano state individuate due varietà resistenti. Di fronte alla morte certa degli olivi, non c’è alternativa all’innesto con varietà resistenti. Incerto è anche il monitoraggio, che cerca oggi il sintomo dell’infezione, mentre il tempo di incubazione del batterio è di 12-18 mesi!”.

Fra gli olivicoltori della Piana esiste una consapevolezza passiva del problema, ha osservato Carmela Riccardi, architetto paesaggista e presidente del Comitato anti-Xylella composto da operatori olivicoli dell’Alto Salento. “Prima si lamentavano degli olivicoltori salentini – ha detto Riccardi – poi si sono resi conto che la diffusione del batterio non dipende dalle modalità di conduzione degli oliveti; ora chiedono alla ricerca risposte immediate. Dobbiamo invece capire che cosa fare ora, chiediamo perciò alla politica di cooperare con noi, di darci indicazioni precise su come procedere anche per gli innesti”