Zes al Nord: la riposta del ministro al Question Time

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Il testo integrale della risposta in Aula del ministro per il Sud Barbara Lezzi, durante il question time alla Camera dei Deputati del 17 luglio relativa al quesito sulla possibilità di portare le Zes, Zone Economiche Speciali, nel Centro-Nord

“Vorrei aggiornare quest’Aula sul lavoro che, come ho anticipato nel corso dell’esame del decreto Crescita, sto svolgendo a supporto dell’attuazione di concrete strategie di sviluppo del tessuto imprenditoriale nelle diverse zone economiche.

Come evidenziato dall’onorevole interrogante, il decreto-legge Mezzogiorno, approvato definitamente dalla Camera dei deputati ad agosto del 2017, ha introdotto, per la prima volta, un quadro normativo organico in merito alla possibilità di istituire, anche nel nostro Paese, le Zone economiche speciali (ZES).

Devo, infatti, ricordare che, la cornice normativa nella quale sono inserite le disposizioni nazionali sulle ZES, è l’atto del giugno 2013 con cui la Commissione ha adottato gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2014-2020, sulla base dei quali le autorità italiane hanno notificato la loro carta degli aiuti a finalità regionale.

Il decreto Mezzogiorno, puntando sulle sole Regioni in ritardo di sviluppo, ha permesso di avviare un percorso che ha comportato la successiva predisposizione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del gennaio 2018, recante regolamento di istituzione di Zone economiche speciali, in cui la titolarità delle richieste di istituzione delle singole ZES è stata attribuita alle sole Regioni meno sviluppate e in transizione, individuate dalla normativa europea e ammissibili alle deroghe previste dall’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Considerando, quindi, che per la normativa europea esiste la possibilità che i territori, diversi da quelli già rientranti nell’ambito di operatività della normativa sulle ZES, possano ospitare anch’essi Zone economiche speciali, sto lavorando ad un intervento normativo che individui la cornice nella quale possano operare le Regioni interessate e senza che la relativa istituzione della ZES venga affidata direttamente alla legge.

Ad oggi, in un’ottica di nuove scelte strategiche di riforma economica che sono poste in essere attualmente nel nostro Paese, sto lavorando, quindi, affinché la normativa delle ZES si estenda anche alle aree del centro-nord prevendo che le Regioni interessate, individuando come per le ZES meridionali, un’area portuale avente caratteristiche TEN-T, selezionino porzioni di territorio legate fra loro da un nesso economico funzionale tra le aree territoriali, aventi caratteristiche di Siti di interesse Nazionale (SIN) ed aree di crisi complessa, oltre a quelle già rientranti nella carta degli aiuti di Stato sopra citata.

Tengo a precisare che l’iter di istituzione sarà lo stesso che è stato previsto per le ZES nelle Regioni del Sud. Procederemo, quindi, con la modifica della norma primaria in cui verrà disciplinata l’istituzione di una ZES, la sua durata, i criteri generali per l’identificazione e la delimitazione dell’area, nonché i criteri che ne disciplinano l’accesso.

A quanto sopra, come per le ZES già esistenti, dovrà seguire un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare su mia proposta, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza unificata.

Infine, le proposte di istituzione di ZES dovranno essere presentate dalle Regioni corredate da un Piano di Sviluppo strategico che dovrà acquisire il concerto del Ministero dell’Economia e delle finanze ed il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Già a partire da settembre prossimo, in vista della Legge di Bilancio per l’anno 2020, saremo in grado di presentare la cornice normativa con l’aggiornamento della dotazione finanziaria che, in qualità di autorità politica delegata per la coesione, manterrò nei limiti della destinazione della percentuale di 80 per cento al Sud e 20 per cento al Nord, prevista dal comma 703 della legge 190 del 2014.

Alla luce di quanto esposto, ringrazio l’onorevole interrogante per avermi offerto la possibilità di illustrare la posizione del governo, che è proprio quella di sostenere fortemente nuove iniziative, come occasione di crescita e sviluppo per tutto il nostro territorio”.