ZES: Zone Economiche Speciali

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Nasce la possibilità di istituire le ZES nel 2017 nelle regioni più svantaggiate.
È prerogativa delle regioni definire il piano strategico e quali comuni inserire nel piano a patto che abbiano un nesso funzionale economico con un porto core.

Nel 2017 vengono stanziati 250 milioni da destinare a credito di imposta per aziende che operano nelle zes. Viene anche previsto un pacchetto semplificazioni da emanare con un apposito decreto attuativo.

A metà del 2018, quando ci insediamo noi, non c’è ancora traccia delle semplificazioni. Ora ci sono.
A metà del 2018 non è stata inviata la notifica alla Commissione europea per l’utilizzo del credito di imposta. Ora è stata inviata.
A metà del 2018 non si sa ancora se il credito di imposta sarà automatico. Ora si sa che lo è.
A metà del 2018 sono istituite solo due ZES: Campania e Calabria.

Nel decreto crescita ho fortemente voluto che si istituisse un fondo di sostegno per attività produttive di media dimensione. Ho già avviato un proficuo confronto con diverse aziende, direttamente con loro. Proseguirò con le associazioni di categoria. Pretendo un regolamento per l’accesso al fondo molto agile. Ma, soprattutto, pretendo da me stessa che parta al più presto.

I fondi di cui vi parlo provengono dal Fondo sviluppo e coesione che è di derivazione nazionale. Non sono, quindi, fondi europei ma hanno un vincolo di destinazione: l’80% deve essere speso al sud. Questo fondo segue una programmazione settennale. Quella in corso si riferisce agli anni che vanno dal 2014 al 2020.

A metà del 2018 il vincolo era stato violato e c’era uno squilibrio che vedeva svantaggiate negli stanziamenti proprio le regioni meno sviluppate. Ora, sto recuperando e il mio principale ruolo è quello di non consentire le solite derive. I numeri, dal giugno 2018 parlano chiaro.

La possibilità di istituire le ZES, secondo il Trattato di funzionamento europeo, non è esclusiva delle regioni del Mezzogiorno. Nella legge di bilancio, così come richiesto, inserirò la possibilità anche per le aree di crisi industriale complessa, sempre legate a un porto core. È chiaro, però, che non potrò destinare lo stesso regime di aiuti dal Fondo Sviluppo e Coesione di cui presiedo la cabina di regia. Come ho scritto, il vincolo è inderogabile. Ma io sono il ministro per il sud e la coesione territoriale ed è, quindi, mio preciso dovere sostenere tutte le zone svantaggiate del nostro Paese. E lo faccio con orgoglio.

Il tema sarà oggetto delle mie richieste al tavolo per la stesura della legge di bilancio. Intendo soddisfare legittime richieste che sono arrivate da Veneto e Toscana. Per far questo, però, dovrò agire di concerto con il ministro dell’economia con il quale si dovranno individuare territori, risorse e criteri. Lo stabilisce la legge.

Ieri si è definitivamente concluso l’iter per l’istituzione della ZES Jonica che comprende la Puglia e la Basilicata. È, quindi, attiva la terza ZES. Sono molto contenta ma, al contempo, chiedo a tutte le regioni, che ancora non hanno concluso i lavori, di avviarsi in brevissimo tempo a chiudere l’iter. Sono trascorsi oltre due anni da quando è stata introdotta questa possibilità. I cittadini e le imprese non hanno tempo da perdere.